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editor Fabio Bonacina

27281 news from 8/3/2003

È quanto ha deciso l’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani viste le significative difficoltà, che vanno dalla politica di Poste italiane in materia alle normative vigenti

“Il futuro? Non appare roseo, anche perché la politica di Poste italiane sembra fatta apposta per favorire l’abbandono del collezionismo marcofilo e il disinteresse per la materia (vedi cachet non obliteranti a colpi di cinquecento alla volta, servizi distaccati che hanno perso ogni aspetto postale, busta affrancata necessaria per la rispedizione del materiale obliterato…). A questo proposito, si è riscontrato che diversi soci, i quali collezionavano gli annulli della provincia dove risiedono, ora si sono limitati al capoluogo, sia per l’alluvione di manuali e cachet (spesso senza la possibilità di inviare le commissioni per posta), sia per l’aumento delle spese”.

È in tale modo che il presidente dell’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, Alcide Sortino, fa il punto sulla situazione del sodalizio con “Vaccari news”.

Ma c’è di più. “Le nuove normative -prosegue- ci costringeranno a chiudere la partita iva, dato che l’incremento dei costi per gli adempimenti amministrativi (vedi commercialista), sarà superiore ai recuperi”.

State valutando di rinunciare anche alla sede… Tale scelta “ha due motivazioni: da un lato è ormai un costo insostenibile per le finanze dell’Ancai; dall’altro la sede aveva senso un tempo, quando -anche per il notevole numero di soci torinesi- era frequentata regolarmente e utilizzata per alcune prestazioni -servizio novità, spedizione del notiziario…- poi esternalizzate per mancanza di «mano d’opera». Però, la decisione finale è stata sospesa momentaneamente, dato che è apparsa la possibilità -da verificare- di continuare la coabitazione con l’Unione filatelica subalpina in un ambiente più piccolo e quindi meno costoso per entrambe”.

E la biblioteca? “Già da due anni è in fase di smobilitazione, mediante offerte nell’asta sociale. Quanto avanzerà sarà donato all’Istituto di studi storici postali «Aldo Cecchi» o ad altre associazioni; ciò che ormai non interessa più a nessuno, come certi vecchi numeri unici, andrà in discarica”.


La “politica aziendale”

Quanti membri ci sono ora? “Al momento siamo attestati sul centinaio. Come tutti i sodalizi, abbiamo la «crisi delle vocazioni», ovvero il numero dei nuovi associati non compensa gli abbandoni, causati in genere dall’elevata età media degli iscritti”. Ciononostante, “ci sforziamo di mantenere costante la quota a 35,00 euro. In cambio, il socio riceve la rivista interna «L’annullo», può partecipare alle aste (per tradizione con molto materiale a prezzi modici), acquistare a «costo di fabbrica» le pubblicazioni edite dall’associazione. Il servizio novità è stato abbandonato, dato l’ormai minimo interesse dei soci e le difficoltà a gestirlo (come la mancanza di francobolli nel taglio adatto e i crescenti oneri delle spedizioni)”.

Quindi, cosa pensate di fare? “La «politica aziendale» continuerà sui binari degli ultimi anni, ovvero dedicarci alla pubblicistica, ad esempio un repertorio dei tondo-frazionari in fase avanzata di preparazione”. Auguri!

Intervista al presidente Ancai, Alcide Sortino
Intervista al presidente Ancai, Alcide Sortino



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