Tre le società che, nel gruppo Poste italiane, non vanno bene, ed anche la relazione sottoscritta dalla Corte dei conti, nella verifica dei dati concernenti il 2018, lo evidenzia.
Mistral air, Postel e Sda hanno chiuso i rispettivi bilanci in perdita, sia pure sostenute finanziariamente e patrimonialmente dalla capogruppo (pure Poste tributi, fino alla sua liquidazione, è stata aiutata).
Mistral (-4,3 milioni di euro), già a far tempo dall’esercizio 2017, è stata sottoposta ad un processo di revisione e riorganizzazione industriale, che l’ha indirizzata esclusivamente al settore cargo. Il nuovo percorso industriale ha inciso fortemente sulla consistenza delle voci economiche. Il fatturato, che è pari a 59,0 milioni, segna una flessione del 41,3%. Scesi i ricavi da mercato (-54,5%, cioè 43,1 contro 94,4) e per il trasporto passeggeri (-91%, 5,5 invece di 60,5 in quanto il servizio è cessato con l’1 luglio 2018); cresciuto invece il fatturato infragruppo (31,7 milioni, +28,3%), collegato alle attività di trasporto effettuate per conto di Poste italiane mediante il Consorzio logistica pacchi
Postel (16,1 milioni di rosso) è subentrata nella partecipazione al ramo d’azienda formato da persone ed immobilizzazioni tecniche associate ai due consorzi Poste motori e Patentiviaposte, sostituendo così Postecom, a sua volta incorporata in Poste italiane.
Sda ha chiuso con un risultato netto negativo di 39,7 milioni (in peggioramento del 24,1% sul periodo precedente). Lungo il 2019 è stata prevista la sua riconfigurazione come azienda che opera prevalentemente nei confronti della capogruppo, attuata grazie alla riorganizzazione dell’intera filiera produttiva. Il servizio preponderante rimane il corriere espresso nazionale, il cui fatturato alimenta per il 75,7% i ricavi da mercato, con volumi delle spedizioni che nel 2018 sono stati pari a 50 milioni di pezzi, contro i 45 di dodici mesi prima. Cresciuti (da 591,3 a 629,3) i costi della produzione (fine).