Filatelia fa rima con pandemia? Forse sì. Nel senso che, durante le lunghe settimana in casa, tante persone avrebbero scoperto, o riscoperto, il fascino della corrispondenza e nello specifico la collezione di francobolli. Confermando, di fatto, lo slogan scelto dalla società Vaccari “Con la filatelia il coronavirus va via!”.
Sembrerebbe proprio così a giudicare dai servizi e dagli articoli di “colore” pubblicati o trasmessi negli ultimi tempi da prestigiose testate, italiane e non. In cerca di vicende da raccontare, come quella del bambino che si sentiva solo e che è stato “inondato” anche da lettere provenienti da tutto il mondo. Si citano le Poste dell’Eire, le dichiarazioni rilasciate dalla Stanley Gibbons o da altre aziende commerciali, viene intervistato chi si è avvicinato ora a questo passatempo, si approfondiscono le storie e le potenzialità che sussistono dietro alle cartevalori. Tutti concordi nel dire che collezionarle è interessante, istruttivo, rilassante. E, magari fra le righe, si può guadagnare qualcosa. Un messaggio, quello generale, valido anche per chi è troppo giovane e non può considerare i francobolli come una presenza quotidiana indispensabile per la comunicazione a distanza.