Non solo i grandi operatori, tipo Brt, Gls, Sda, Ups… Oggi sul territorio sono attive numerose aziende minori, impegnate nel recapitare oggetti a domicilio, esigenza cresciuta con il commercio elettronico, esacerbata dal blocco dovuto alla pandemia e resa ancora più pressante se si pensa al “Black friday” di questi giorni e al non troppo distante Natale. “La situazione di emergenza causata dal diffondersi del coronavirus ha messo in evidenza nuove esigenze”; le persone “si trovano di fronte a modalità molto più limitate di fruizione della città e dei suoi servizi”, annotano dalla Fondazione per l’innovazione urbana di Bologna (dietro vi sono, ad esempio, Comune e Università). Essa ricorda temi come lo sfruttamento dei “rider” e la necessità sentita dai negozianti, per non chiudere, di offrire persino la rimessa a casa. Da qui la creazione di Consegne etiche, presentata come “la prima piattaforma cooperativa di consegne a domicilio dalla parte dei commercianti locali, dei fattorini, dei cittadini e delle cittadine, dell’ambiente”. La sperimentazione, avviata nelle ultime settimane, coinvolge due cooperative, Dynamo e Idee in movimento, con l’obiettivo di assicurare il guadagno all’esercente e un giusto compenso a chi recapita i beni. Senza trascurare l’inquinamento dato che, per il trasporto, vengono usati soltanto bicicletta o cargo-bike. Con questi possono caricare di tutto, dalle derrate alimentari ai libri (continua).
Consegne/1 A Bologna sono etiche
28 Nov 2020 01:02 - NEWS FROM ITALY
L’obiettivo della sperimentazione è garantire il guadagno al venditore e un giusto compenso al fattorino. Senza trascurare l’ambiente