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editor Fabio Bonacina

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Una serie di interventi pubblicata da “Filatelia” il 25 ottobre di quell’anno permette di inquadrare il contesto in cui debuttarono le produzioni melitensi

La festa dentellata del 14 novembre 2016; l’annullo per le fdc
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“Com’è noto, sono state chiuse già da qualche settimana le prenotazioni. Sembra che verranno consegnate al massimo cinque serie a persona (singola più quartina) sino a totale esaurimento della tiratura e che le prenotazioni, sinora accettate con riserva, saranno fortemente decurtate (specie quelle di grandi quantitativi) nella speranza di evitare o limitare eventuali operazioni speculative”.

Così scriveva, nel numero del 25 ottobre 1966, Luigi Raybaudi Massilia sul periodico “Filatelia”, riferendosi al debutto, previsto e confermato per il 15 novembre successivo, delle produzioni firmate dall’attuale Sovrano militare ordine ospedaliero di san Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta.

Precisando che, “nelle more di un allacciamento postale con l’Italia o con altri Paesi -tuttora in fase di studio o di elaborazione- non avranno, almeno per ora, un effettivo uso pubblico, nel senso che il pubblico non melitense non potrà servirsene per affrancare le proprie lettere”.

Sul tema, particolarmente “caldo”, la rivista dà spazio a diversi punti di vista. Fra cui l’intervento del delegato nazionale presso la commissione contro le emissioni nocive facente capo alla Fédération internationale de philatélie. Era Enzo Diena. Lo Smom -rivela l’esperto nel suo rapporto- “aveva già in passato, ed esattamente fin dal 1940, tentato più volte di ottenere il pieno riconoscimento della qualifica di Stato sovrano, e ciò al precipuo scopo di poter mettere in circolazione monete e francobolli da vendersi a collezionisti”. “Si era rivolto ai ministri responsabili dell’Amministrazione postale italiana; questa volta, visto che le autorità di via del Seminario (dove allora aveva sede il dicastero, ndr) avevano sempre espresso un parere inequivocabilmente negativo, lo Smom ha aggirato l’ostacolo facendo appello al ministero degli Affari esteri”.

Tra i punti che lo specialista mette in risalto, quello secondo il quale l’emissione “arrecherebbe pregiudizio alla filatelia, un «hobby» collezionistico che trae la sua forza dal fatto di avere per oggetto delle cartevalori stampate per esigenze di servizio da amministrazioni postali di Stati sovrani. Lo Smom non solo non è da considerarsi, allo stato dei fatti, come uno Stato sovrano, ma -pur adoperandosi per essere autorizzato ad emettere francobolli- non sta in alcun modo predisponendo l’organizzazione di un servizio postale che vada al di là dell’apertura... di un semplice sportello per la prenotazione e… la vendita dei «francobolli»”. Tali iniziative “sono chiaramente ispirate dal desiderio di rastrellare il denaro dei filatelisti, ancorché a fini dichiaratamente benefici”. Evidenziando che “è prevista una tiratura «limitata» a duecentomila serie complete (sarebbero state centonovantamila, ndr) e… contemporaneamente viene manifestata la intenzione di emettere non meno di cinquanta altre serie”.

Terminando il suo intervento, Enzo Diena propone “un messaggio del quale risulti la netta opposizione della Federazione fra la società filateliche italiane ad ogni «emissione» di «francobolli» da parte dell’Ordine”.

La Federazione intervenne anche presso il titolare della Farnesina, Amintore Fanfani. “Gran parte della stampa responsabile, filatelica e d’informazione, aveva attaccato vivacemente le annunciate emissioni”, aggiunge una nota della medesima Fsfi, precisando quanto affermato dal ministero delle Poste e delle telecomunicazioni: tali articoli “non potranno essere validi per l’affrancatura di invii postali impostati o in transito in Italia”. Il consiglio direttivo, inoltre, autorizzò Diena a chiedere alla commissione della Fip di classificarli come “etichette”.

La prima serie si compone di nove esemplari e propone vari soggetti
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