La curiosità di vedere di persona (toccare no, ormai sono oggetti delicati!) le dotazioni in uso durante i conflitti italiani nel Novecento. Una volta tanto, non armi o divise, ma altri tipi di utensili, di certo non meno importanti, perlomeno sul fronte psicologico. Sono i materiali (tavoli, sedie, casellario, lampada, articoli da cancelleria, timbri, registri…) che componevano l’ufficio postale da campo numero 2, permettendo le comunicazioni tra i soldati al fronte e le famiglie. Venne ritrovato a Verona e restaurato nel 2007 da Poste italiane, ed ora è conservato nella sede di Mestre. Conservato come una reliquia, perché, in effetti, non sono molti quelli noti e soprattutto messi in condizioni di sicurezza da furti e danneggiamenti. Per un giorno, ieri, l’insieme è stato portato alle Poste centrali di Rovigo, il Rovigo Popolo, per mostrarlo a sessanta studentesse e studenti che frequentano le classi terze della scuola “Riccoboni”. I ragazzi hanno partecipato ad una particolare lezione, organizzata nell’ambito delle iniziative per il centocinquantesimo anniversario della legge di riforma postale e, in ultima analisi, del servizio postale nazionale. Accolti dalla direttrice provinciale Genni Forlani, hanno assistito all’allestimento dell’ufficio, composto da pesanti casse in legno dotate ancora di tutto il necessario per lavorare la posta. Il sistema -ha spiegato nella sua lezione Mario Coglitore, che fa capo all’ufficio comunicazione dell’azienda- funzionò sin dai tempi dei conflitti coloniali ed accompagnò le traversie dei soldati durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. Con la proclamazione della Repubblica, si cambiarono gli stemmi, ma tutto il resto rimase inalterato. Pronto per un’emergenza che -fortunatamente- non si rilevò mai.
A lezione di… posta militare
19 Feb 2013 18:15 - NEWS FROM ITALY
Il Rovigo Popolo ha ospitato un inconsueto incontro con sessanta ragazzi. Al centro dell’attenzione, le casse di uno degli uffici mobili utilizzati durante le guerre del Novecento