L’emissione dell’Uruguay per Horacio Ferrer ed Astor Piazzolla manca al Museo internazionale della fisarmonica di Castelfidardo (Ancona). Non fosse altro perché è stata emessa settimana scorsa, il 22 dicembre. Ma non è escluso che potrà, prima o poi, raggiungere l’allestimento.
Accanto a documenti (ad esempio, la partitura originale di “Adios Nonino”, proprio di Piazzolla), dischi (come il primo registrato da Pietro Deiro), lettere (fra cui una curiosa, spedita da Federico Fellini) e naturalmente strumenti (circa trecentocinquanta, fra loro diversi), vi è la collezione tematica donata da Giancarlo Cocito, in parte esposta nelle teche. Francobolli, interi postali, annulli ed affrancature meccaniche che illustrano lo strumento, i suoi artefici, il settore.
Ubicato nel piano seminterrato del municipio, il percorso è dedicato all’oggetto che, per oltre cento anni, ha fatto del territorio il suo maggior centro di produzione. Non solo -spiegano dalla sede- mira a documentare la storia della fisarmonica, “ma intende anche rendere omaggio alle maestranze ed ai molti imprenditori artigiani ed industriali che con la loro opera hanno contribuito a trasformare culturalmente questa zona delle Marche creando una ricchezza impensabile per una economia che per secoli è rimasta legata all’agricoltura”.