Si chiama “personale multilingua” e rappresenta la nuova frontiera di Poste italiane. Nei prossimi due anni il gruppo assumerà 500 persone part-time per -dice oggi “Il giornale”- assistere gli immigrati. Dovranno essere poliglotti e per il 50% di nazionalità non italiana, residenti nel Bel Paese da almeno tre anni, con il permesso di soggiorno valido e il casellario giudiziario pulito. Gli altri requisiti prevedono età inferiore ai 35 anni, diploma di scuola superiore (con punteggio di almeno 70/100) o equivalente per gli stranieri, e conoscenza di almeno due lingue. Non solo le europee, ma soprattutto quelle parlate dalle etnie prevalenti nella zona dell’ufficio postale dove saranno destinati. I primi contratti potrebbero essere sottoscritti già in queste settimane. “Poste italiane -ha detto Massimo Sarmi al «Tg1», riferendosi agli immigrati- li vede già da anni come dei clienti importanti”. “Abbiamo cominciato ad offrire loro degli strumenti di servizio più tradizionale, come le caselle postali, poi sono stati i primi a capire l’importanza della carta prepagata”, con la quale trasferiscono denaro verso il proprio Paese. “Naturalmente, sono anche quelli che stanno aprendo i conti correnti presso di noi”. “Proprio per accoglierli sempre meglio, faremo in modo che parlino con loro delle persone che, specie nella fase iniziale, siano di madrelingua”. Una scelta significativa, ma non scevra da polemiche e problemi, come testimonia la Federazione autonoma italiana lavoratori postelegrafonici. “Sui parametri di scelta, ripartizione territoriale e di professionalità -conferma- abbiamo chiesto ulteriori approfondimenti, prima di far partire il progetto”. Le aree di provenienza considerate più strategiche sono ora la nordafricana (Tunisia e Marocco), l’est asiatica (Cina e Filippine) e la balcanica (Romania e Albania).
Agli sportelli anche poliglotti
07 Dic 2007 14:23 - NEWS FROM ITALY