Davvero difficile individuare l’originale e comprendere i motivi per i quali oggi è stato emesso il francobollo osservando quest’ultimo, dovuto allo studio fondato da Paolo Tassinari e Pierpaolo Vetta. Propone, in grafica (troppo) stilizzata, la statua della Vittoria alata, una scultura del I secolo dopo Cristo conservata nel Capitolium di Brescia. Stampato su carta autoadesiva in trecentomila esemplari, il dentello si presenta in fogli da ventotto. È inserito nella serie “Il patrimonio artistico e culturale italiano”; costa 1,10 euro, come ricorda la sigla “B”: può essere utile per spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi diretta nello Stivale. Naturalmente, l’annullo collegato si trova alle Poste centrali della città, in piazza della Vittoria 1.
Per capirne di più è meglio affidarsi al bollettino illustrativo, firmato dal sindaco e dalla vicesindaca, Emilio Del Bono e Laura Castelletti, dal presidente e dal direttore di Fondazione Brescia musei, Francesca Bazoli e Stefano Karadjov. Elemento fondante dei Musei civici, dopo circa due anni di studio e restauro presso l’Opificio delle pietre dure di Firenze, l’opera “torna nel luogo in cui venne ritrovata, nel 1826: l’antico tempio Capitolino”. Si tratta di uno dei pochissimi bronzi romani conservatisi, proveniente da scavo. Riproduce una figura femminile alata, alta poco meno di due metri, con una postura oggi incompleta per la perdita di alcuni elementi che ne completavano il gesto e la posizione di equilibrio; il piede sinistro doveva poggiare molto probabilmente sull’elmo di Marte, il braccio sinistro tratteneva uno scudo, sostenuto anche dalla gamba flessa, scudo sul quale, con uno stilo, la divinità aveva inciso il nome del vincitore, offrendolo alla vista di chi la guardava. Per valorizzarla, al nuovo allestimento ha lavorato l’architetto Juan Navarro Baldeweg.