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editor Fabio Bonacina

27276 news from 8/3/2003

Entrambi gli artisti vissero tra il 1901 e il 1974. Oggi l’Italia ha dedicato loro altrettanti francobolli “B”, in vendita a 1,10 euro ciascuno

Protagonisti, oggi, Gino Cervi (già ripreso nell’1,40 euro sammarinese del 22 agosto 2008) e Vittorio De Sica (citato dall’Italia nel 650 lire del 13 ottobre 1988 e nel 41 centesimi del 10 maggio 2002, nonché nel 750 lire giunto ancora dal monte Titano il 25 maggio 1996). Inseriti nell’ambito della serie “Le eccellenze italiane dello spettacolo”, i due nuovi francobolli intendono ricordare gli artisti nel centoventesimo (sic!) anniversario delle rispettive nascite. Curiosamente, entrambi appartengono alla classe 1901 e morirono nel 1974.

Si tratta di tagli “B” autoadesivi che, contro 1,10 euro, consentono di spedire una cartolina o una lettera ordinaria di primo porto all’interno del Paese. Ogni soggetto è stato tirato in duecentomila unità, predisposte in fogli da quarantacinque. L’impostazione è la stessa adottata in passato per celebrazioni analoghe: ritratti fotografici, autografi e cornici tipo pellicola per il grande schermo. Gli annulli fdc sono appoggiati agli uffici postali Bologna Centro, che si trova in piazza Minghetti 4, e al Sora (Frosinone) di via Cantelmi 17.

Disponibili ma anonimi -e sfugge il motivo- i bollettini illustrativi. Il primo attore viene raccontato come “una figura familiare che ispirava immediata simpatia, tanto nelle parti drammatiche che in quelle comiche, grazie alla capacità di dare vita ai suoi personaggi con estrema naturalezza, di infondere loro una intensa, profonda umanità, tratteggiandone il carattere con tutte le sfumature dell’animo umano”. Numerose le interpretazioni da elencare, come in “La signora senza camelie” (1953), di Michelangelo Antonioni. Ma le vicende dove riuscì a conquistare l’affetto del pubblico riguardano il sindaco comunista iracondo e bonaccione della fortunata saga dedicata a Don Camillo e Peppone (1952-1965), personaggi di Giovannino Guareschi e, in televisione, “Le inchieste del commissario Maigret” (1964-1972), sedici sceneggiati ispirati agli scritti di Georges Simenon.

Quanto al secondo commemorato, attraverso “la sua eleganza raffinata e mai artefatta e la sua garbata pacatezza borghese, seppe toccare con maestria tutti i registri dell’arte scenica, dalla leggerezza del comico alla spietatezza del tragico”. Nei lavori neorealisti narrò un pezzo drammatico della storia, senza intellettualismi ma con la semplice signorilità e l’inconfondibile stile di chi sa e vuol parlare a tutti, schierandosi sempre dalla parte dei deboli e della verità. Il successo arrivò con “Gli uomini che mascalzoni…” (1932), “Il signor Max” (1937) e “Grandi magazzini” (1939). Sono i primi di una lunga serie di lavori, in totale quasi un centinaio, nei quali “si espresse soprattutto nelle note leggere della commedia”, in personaggi come il celebre maresciallo Antonio Carotenuto di “Pane, amore e…”, dimostrando però tutto l’istrionico talento nei meno frequenti ruoli drammatici, fra cui “Il generale Della Rovere”, risalente al 1959 e diretto da Roberto Rossellini. Fu anche regista, rammentando ad esempio “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano” (1951), “Umberto D.” (1952), “La ciociara” (1960), “Matrimonio all’italiana” (1964).

I due francobolli sono stati emessi oggi
I due francobolli sono stati emessi oggi



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