L’entità delle entrate -ammettono dal ministero alle Comunicazioni- “lo rendono inidoneo all’obiettivo per cui è stato istituito”. Torna tuttavia in “Gazzetta ufficiale”, con gli stessi criteri del passato, il fondo di compensazione: amministrato dal dicastero, dovrebbe bilanciare “almeno in parte l’onere del servizio universale affidato a Poste italiane”.
Così non è, visti gli ultimi dati disponibili: nel 2001 il fondo ha permesso di recuperare 5.153,00 euro contro una spesa per il servizio universale di 844.281.000,00; nel 2002, 85.794,00 euro di fronte a 860.108.000,00; nel 2003, 110.838,00 euro in luogo di 864.877.000,00; nel 2004, 118.249,38 euro al posto di 681.000.000,00; nel 2005, 110.000,00 euro davanti a 651.000.000,00.
Ed anche per il 2006, cui si riferisce il decreto pubblicato ieri, il trend non si discosta, poiché l’onere, “al netto delle somme corrisposte dallo Stato per compensazioni finanziarie per euro 370.000.000, è risultato pari o superiore a euro 241.000.000”.
Il fondo viene sostenuto dai soggetti titolari di licenza individuale, in base “agli introiti ricavati dallo svolgimento del servizio universale non coperto da riserva assoluta”. Per il 2006, gli operatori hanno registrato un lordo pari a 3.751.732,39 euro. Le normative danno facoltà al ministero di attingere da questa cifra fino al 10%; come l’anno scorso è stato confermato il 3%, quindi circa 112.000,00 euro.