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editor Fabio Bonacina

27913 news from 8/3/2003

Nel corso di un’udienza, l’amministratore delegato di Poste italiane ha donato una bicicletta elettrica a pedalata assistita al pontefice. Il mezzo è di quelli impiegati dai portalettere

Chissà come la utilizzerà. O magari la donerà agli addetti del proprio servizio. Non è dato sapere. Ma il gustoso siparietto registrato venerdì è da segnalare: nel contesto dell’udienza con la presidente Luisa Todini ed i massimi dirigenti di Poste italiane (c’erano anche un portalettere, un’addetta allo sportello ed un’operatrice di nazionalità filippina per le prestazioni multilingue), l’amministratore delegato Francesco Caio ha offerto a papa Francesco una bicicletta. Non una normale, ma quella elettrica a pedalata assistita.

Il rappresentante dell’azienda ha ricordato che la strategia interna riprende un’enciclica del pontefice ed è in linea con le indicazioni dell’Onu. “Un nuovo modello di economia sostenibile -ha spiegato l’ad- impegna le imprese ad affrontare la sfida posta dai cambiamenti climatici, dalla povertà, dalle diseguaglianze, riorientando i propri modelli di business e trasformando in opportunità le minacce che giungono da queste variabili. Alla base di un modo nuovo di fare impresa, che definisco la «buona impresa», ci sono elementi-chiave come la responsabilità e la capacità di innovazione. Una impresa responsabile definisce le proprie strategie di business anche prendendosi carico volontariamente di aspetti come la qualità del lavoro, del benessere dei propri dipendenti, del rispetto dell’ambiente e della ricerca di una maggiore equità e inclusione sociale. La capacità innovativa, opportunamente governata, può dare un contributo importante, trasformando la tecnologia in un fattore di creazione e non di distruzione di posti di lavoro, favorendo strumenti che promuovono l’inclusione dei più deboli e riducono realmente gli impatti su tutto il ciclo di vita, a cominciare dalle emissioni di gas serra”.

Il momento del dono
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