La tecnologia, ormai, lo permette ed anche Poste italiane sposa il telelavoro. L’azienda ha firmato con le organizzazioni sindacali un’intesa per sperimentarlo nell’ambito del “contact center”. La prova durerà sei mesi a partire da febbraio, coinvolgendo un primo campione di operatori attivi a Roma e Napoli. Il progetto “Telelavoro” -questo è il nome- “ha l’obiettivo di attuare un sistema di flessibilità della prestazione” e di verificare, contestualmente, la possibilità di estendere il modello ad altri contesti organizzativi aziendali. “È un’iniziativa -conferma l’amministratore delegato, Massimo Sarmi- che aggiunge un ulteriore tassello al network informatico su cui abbiamo investito negli ultimi tre anni per creare quella che mi piace definire un’infrastruttura di servizio. Le nostre innovative soluzioni tecnologiche spaziano dalla piattaforma e-learning al palmare elettronico per il portalettere, dalla sim card della neonata Postemobile all’ingresso nell’e-commerce, in un’ottica di miglioramento continuo della qualità del servizio per i clienti e di benessere per i nostri dipendenti”. Il postino, insomma, dovrà ancora per un po’ uscire di casa per consegnare lettere e pacchi. Ma non così il collega che si occupa di rispondere al telefono. E, in un futuro non molto lontano, persino chi opera all’interno dei centri meccanizzati potrà, magari, esaminare gli indirizzi che le macchine non riescono a leggere dal salotto, incollato al proprio pc.
Da febbraio il telelavoro approda a Poste
16 Ott 2007 21:17 - NEWS FROM ITALY