Il collezionismo di francobolli può essere anche… virtuale. Ed a proporlo sono i pisani Francesco Chessari e Nicola Pacini, che proprio un anno fa hanno lanciato il social game di simulazione “Stamp art fever”.
Interprete è il collezionista filatelico, che deve accrescere la propria raccolta fino a completarla, cercando, acquistando, scambiando con gli altri, vendendo i doppioni (per ottenere i soldi da spendere negli acquisti), setacciando il mercato nero e vincendo all’asta ad una ad una le cinquecento cartevalori presenti nei venti livelli. Ciascun francobollo (alcuni ispirati a vere preziosità, come il “Penny black” e l’“inverted Jenny”) è disegnato da un illustratore o da un artista professionista ed ogni mese se ne aggiungono altri.
Al momento si contano oltre mille concorrenti al giorno, impegnati con quindicimila esemplari. Dal punto di vista tecnico, “Stamp art fever”, disponibile in italiano ed in inglese, è concepito per apparecchi iphone e ipad.
A progettarlo, Francesco Chessari, naturalmente collezionista. “Colleziono tutto”, risponde in questa intervista a “Vaccari news”. “Per natura tendo ad avere più esemplari possibili e diversi di qualsiasi cosa mi affascini! Collezionavo francobolli (che tuttora ho) da piccolo”.
“L’idea del gioco è stata concepita insieme al mio socio. Volevamo creare qualcosa di diverso, unico e più profondo rispetto al panorama attuale dei social game. Intendevamo riportare a galla un ricordo della nostra infanzia, unirlo all’arte, che ci appassiona, applicarlo ai moderni mezzi della condivisione. Da spartire con gli amici, avere sempre dietro e di cui vantarsi: la collezione. Di cosa? Di bellissimi e preziosi francobolli artistici! Il progetto è stato sviluppato nel 2010 ed è uscito nella sua prima forma sull’Appstore il 20 gennaio 2011. Un anno giusto...”.
Il filo conduttore si basa sullo scambio e la compravendita: perché una persona dovrebbe… accontentarsi di una simulazione della realtà? “Perché oggi si sta un po’ perdendo il valore e il ricordo di ciò che era ed è legato ai mezzi tradizionali, ossia alla carta. Come avremmo potuto evitare di smarrirlo e ricreare quella stessa sensazione con i mezzi moderni? Alla fine, è diventato un modo anche per fare conoscere il collezionismo e l’arte ai più giovani”.
Quanto costa? “Abbiamo tre versioni: la dimostrativa gratuita, la completa a pagamento (1,79 euro), l’ottimizzata per ipad (0,79 euro). Ovviamente, essendoci una moneta virtuale interna con cui si compra, si vende e si partecipa alle aste, pagando è possibile rifornirsene e così accelerare l’attività. Ma si può intervenire anche senza spendere: basta avere pazienza (fondamentale nel collezionista) e ogni giorno viene regalato un pezzo nuovo e un bonus in valuta”.
Vi sono altri passatempi simili che riguardano la filatelia o comunque il mondo del collezionismo? “Oggi il nostro è l’unico che ci risulti in tutto l’Appstore. Esistono tanti prodotti che hanno una componente da collezione, ma che fanno del collezionismo il fattore principale direi di no”.