Un uso alternativo per il programma delle emissioni, a condizione di saper leggere tra le righe. È quanto il giornalista dell’Ansa Riccardo Bodo ha saputo mostrare utilizzando la lista, aggiornata il 25 maggio e diffusa alla stampa solo il 5 giugno, per dedurne l’aumento delle tariffe postali. Fogli alla mano, il passaggio da 80 a 95 centesimi nei nominali si registrerà a fine luglio; l’ultimo titolo col facciale più basso riguarda san Filippo Neri, in calendario per il 22 del mese; il primo con quello rivisto concerne le Dolomiti ed arriverà tre giorni dopo.
Questo non vuol dire che il cambio del listino avverrà in detto lasso di tempo; la nota sottoscritta dal’agenzia giornalistica, infatti, non propone date precise. Stante le norme in vigore, introdotte un anno e mezzo fa dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Poste italiane deve rendere pubblico il nuovo quadro dei costi almeno trenta giorni prima che esso entri in vigore. E finora non l’ha notificato.
Resta il fatto che l’Agcom avrebbe approvato il rialzo (il precedente risale solo all’1 dicembre scorso!), anche se non ha annunciato ancora gli esiti delle consultazioni pubbliche avviate in aprile. E resta il fatto della quota 95, che dovrebbe corrispondere al primo porto per l’interno. Quota che la stessa Agcom, alla fine del 2013, aveva ipotizzato -in un contesto normativo diverso- come massimo raggiungibile entro il 2016 e che due mesi fa aveva dato come massimo applicabile dal prossimo Capodanno, sia pure vincolato a determinati parametri. Un ulteriore cambio nelle tempistiche?