Lo speck appartiene all’Alto Adige “esattamente come le montagne, le mele e il vino. Unico nella produzione e nel gusto, è un prosciutto crudo che con la sua affumicatura leggera e la sua stagionatura all’aria aperta è conosciuto dai buongustai di tutto il mondo. I primi documenti in cui si parla di «speck» risalgono al XVIII secolo. Tuttavia, anche se con nomi e definizioni differenti, esso compare nei registri contabili e nei regolamenti dei macellai già a partire dal 1200. Il termine deriva dal medio alto tedesco «spec» e dall’alto tedesco «spek», che significa «spesso, grasso»”.
È in questo modo che dal Consorzio tutela presentano lo speck Alto Adige a indicazione geografica protetta. Salume che l’1 ottobre verrà richiamato in un francobollo da 95 centesimi.
Inserito nella serie “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, il dentello è sempre autoadesivo, nel caso specifico stampato in seicentomila unità predisposte in fogli da ventotto. Nella vignetta (è sottoscritto da Anna Maria Maresca) compare il protagonista, collocato sullo sfondo di una veduta riguardante Santa Maddalena, frazione di Funes (Bolzano), cioè il cuore della zona in cui viene lavorato. È sovrastato dal gruppo montuoso delle Odle, nelle Dolomiti. Non manca il marchio.
Il bollettino illustrativo porta la firma del presidente dello stesso Consorzio; si chiama Andreas Moser. Il Bolzano Centro disporrà dell’annullo figurato per le buste primo giorno.