Pensare che fu previsto persino un francobollo specifico da 40 centesimi, mai uscito e poi abbassato a 25 e adattato tramite sovrastampa per il volo con idrovolante Napoli-Palermo-Napoli (venne emesso il 27 giugno 1917) o per gli espressi (giunse, lo stesso anno, in un giorno mai individuato di novembre). Visto l’esito, si decise di archiviare il tutto tramite la legge 1.377 del 20 dicembre 1914, cento anni fa oggi, che abolì sia la prestazione (permetteva di avere la precedenza, rispetto agli altri espressi, nel recapito), sia la relativa sovrattassa, entrambe introdotte con la 748 del 2 luglio 1912. “Gli espressi urgenti nacquero morti”, commentò poi la “Rivista delle comunicazioni”. Ed anche la relazione ministeriale lo ammise. “Contrariamente ad ogni previsione, il pubblico non apprezzò punto la nuova agevolazione offertagli, forse perché, mentre da una parte la spesa per l’espresso urgente venne considerata troppo forte in rapporto a quella fissata pel telegramma o pel telegramma lettera, i quali meglio servono alle comunicazioni di carattere urgente, dall’altra parte il vantaggio della più celere trasmissione e consegna rimase inavvertito, in confronto agli espressi ordinari, già sottoposti a sollecito trattamento”. Il loro movimento “non solo non ebbe l’incremento che erasi sperato, ma andò sempre diminuendo; di tal che la nuova istituzione, lungi dall’offrire un beneficio finanziario per l’erario, si risolvette in un onere, a causa dei mezzi straordinari adottati per conseguire la maggiore celerità”. Si poté costatare che ogni plico “costava da lire 2 a lire 3,50 in media, nelle circostanze più favorevoli, mentre talvolta questa spesa si elevò a lire 8, contro l’introito della tassa speciale di centesimi 40”.
Espresso urgente addio
20 Dic 2014 12:02 - ITALIAN ISSUES
Un secolo fa oggi, una legge dispose l’abolizione del servizio, perché non incontrò il favore del pubblico. Ed i francobolli approntati, ma mai emessi, vennero riciclati con sovrastampe