Ha quarantanove anni quando finisce, il 24 marzo 1944, alle Fosse ardeatine. Si chiama Giovanni Rampulla. Tenente colonnello del Regio esercito, svolge attività partigiana, procurando ai combattenti viveri, indumenti e armi. Viene arrestato in piazza dell’Esedra a Roma il 28 gennaio 1944. Nell’ottantesimo anniversario dall’uccisione lo ricorderanno domani a Patti (Messina), dov’era nato il 17 giugno 1894. Grazie al Circolo filatelico numismatico cittadino, dalle ore 15 alle 20 in piazza Sciacca 2 sarà impiegato un annullo speciale.
La stessa strage è stata ricordata con un’altra obliterazione, il 27 marzo nella capitale, dall’istituto comprensivo “Piazza De Cupis”, nell’ambito del progetto “Filatelia e scuola” coordinato da Djana Isufaj. Ricordando, in particolare, il professor Gioacchino Gesmundo, uno dei 335 martiri di quel nefasto giorno, cui è dedicata la primaria locale. Nato il 20 novembre 1908 a Terlizzi (Bari), diventa insegnante elementare, poi passa al liceo scientifico “Cavour”. Attivo antifascista fin dagli anni Trenta, dopo l’8 settembre, emerge come uno degli animatori del Comitato di liberazione nazionale. È arrestato il 29 gennaio e finisce tra i fucilati in rappresaglia dell’attentato di via Rasella. La cartolina con il plesso, che riprende un lavoro effettuato nel 2018 da Francesco Tulli, è stata utilizzata per aiutare l’associazione Sulla strada odv, che opera per i bambini in Guatemala.