Pietro e Paolo furono martirizzati a Roma 1950 anni fa, nel 67 dopo Cristo, il primo crocifisso a testa in giù, il secondo decapitato, pena riservata ai cittadini dell’Urbe condannati a morte. Lo rammentano, fra l’altro, i francobolli. Quelli dello Smom, emessi il 13 marzo, e quelli del Vaticano, annunciati per il 4 maggio. Questi ultimi sono due tagli da 0,95 ed 1,00 euro, organizzati in fogli da dieci e prodotti in un massimo di centocinquantamila esemplari per tipo. Vi ha operato Daniela Fusco, proponendo i rispettivi visi. Il primo è incorniciato in basso da due chiavi parallele, esplicito richiamo alla frase dell’evangelista Matteo “A te darò le chiavi del regno dei cieli”. Una è rivolta verso il basso e reca lo stemma della Santa Sede; l’altra, posizionata in senso opposto, pone all’interno una croce capovolta che allude al modo con cui venne ucciso. Il gallo evoca il suo triplice rinnegamento nei confronti di Gesù, evidenziando sia la fragilità umana mostrata dall’apostolo, sia la misericordia divina. La restante carta valore, ancora con il profilo, comprende i due simboli che da sempre caratterizzano nell’iconografia il personaggio: il libro e la spada. Il volume cita le sue numerose lettere rivolte ai cristiani da cui gli deriva il titolo di “dottore delle genti”. L’arma lo ricorda quale persecutore dei fedeli prima della conversione; è anche la “spada dello spirito” e rappresenta la forza della fede.
I visi ed i simboli
20 Apr 2017 15:14 - VATICAN
Articolato l’omaggio che il Vaticano, tramite Daniela Fusco, ha destinato ai martiri Pietro e Paolo. Vennero uccisi nel 67 dopo Cristo, 1950 anni fa