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La Camera di commercio di Milano tenta di quantificare il settore. Il commento dell’esperto Enrico Castruccio

Lo specialista Enrico Castruccio
Lo specialista Enrico Castruccio

Per fare determinate attività bisogna essere davvero appassionati. Il concetto, certo non nuovo, è stato sviluppato dalla Camera di commercio di Milano, che ha lavorato sui dati dell’ultimo trimestre 2009 conservati al registro delle imprese. Elaborando un quadro di insieme che considera quanti si occupano a tempo pieno di francobolli, ma anche di giocattoli d’epoca, grammofoni e dischi in vinile, fumetti e soldatini di piombo, schede telefoniche e scatole di latta pubblicitarie, uniformi militari e santini.

Complessivamente, risultano 6.627 le imprese italiane. Sono specializzate soprattutto nel commercio al dettaglio di oggetti d’arte (2.476 aziende, 37,4%), in mobili usati e oggetti di antiquariato (2.000, 30,2%). Poi, risultano 1.514 attività nel mercato di oggetti di artigianato, 379 in quello di filatelia e numismatica e 258 nel dettaglio di libri usati. La Lombardia figura al primo posto con 1.050 operatori (il 15,8% del totale nazionale), seguita da Toscana (700 iscritti, 10,6%) e Lazio (655, 9,9%).

Tra le province, Roma è prima con 547 realtà, l’8,3% del valore complessivo, specializzata soprattutto nel dettagliare mobili usati e oggetti di antiquariato con 237 specialisti. Seguono Milano (530 addetti, 8% sull’intera Italia) e Napoli (333, 5%).

Il capoluogo lombardo vanta il primato per chi vende oggetti d’arte, incluse gallerie, con 308 ditte; Venezia, con 192, per il commercio al dettaglio d’artigianato e di decorazione mentre Roma, con 237, è in testa nei mobili usati e nei libri antichi. La scelta è ampia: per l’appassionato di scripofilia, cioè il collezionismo di documentazione finanziaria d’epoca (dai certificati azionari agli assegni), per chi ama raccogliere e conservare bolli postali, bustine di zucchero, tappi, bottoni e persino robot giapponesi.

“Spulciando fra i dati -spiega a «Vaccari news» l’esperto di collezionismo, storia delle cose e delle immagini Enrico Castruccio- alla Camera di commercio di Milano hanno scoperto il settore. Purtroppo è solo una voce virtuale che, nelle categorie «Ateco», adottate dall’Istat per catalogare le attività produttive, non esiste. Così, quanti professionalmente si muovono in questo campo cercano di inserirsi nella famiglia merceologica che più somiglia loro. Chi tratta artigianato da collezione si troverà a convivere con gente che col collezionismo ha poco a che fare. Privilegiati sono i filatelici, i numismatici, i fornitori di articoli da collezionismo che se ne stanno nella categoria apposita. Anche le altre caselle sono plausibili dal nostro punto di vista, però un po’ tanto generiche; immaginarsene di riservate a commercianti di bambole o specialisti di boules à neige è solo un innocente sogno da... maniaci”.

Non basta. “Scorrendo le informazioni -prosegue Enrico Castruccio- la cosa che più ci interessa è che la categoria trasversale «collezionismo» ha una certa consistenza, non del tutto evidenziata però: probabilmente altri colleghi si sono infilati in altre caselle. La Lombardia primeggia, però fra le province prevale (di poco) quella di Roma; altre differenziazioni per area geografica hanno il loro interesse. Le statistiche, in ogni modo, non comprendono la smisurata folla dei piccoli trafficanti di collezionismo, spesso i veri protagonisti dei giochi”.




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