Nato nel 1809 a Piovà d’Asti (oggi Piova Massaia), è stato uno dei più importanti missionari del XIX secolo. Per questo, il 21 novembre 1952, l’Italia e Trieste “A” gli dedicarono -attraverso la mano di Corrado Mezzana- un francobollo da 25 lire, così da ricordare il secolo trascorso dalla sua attività tra i galla in Etiopia e sottolineare l’impegno italiano nell’Africa Orientale, in un periodo in cui, dopo la Seconda guerra mondiale, tutto era stato messo in discussione. È il frate minore cappuccino Guglielmo Massaja, che il 23 settembre sarà celebrato dal Vaticano per i due secoli dalla nascita. Nel Continente nero per trentacinque anni -ricordano ora da oltre Tevere- ha combattuto malattie quali malaria, febbre gialla, sifilide, lebbra, ma soprattutto il vaiolo, cosa che gli valse l’appellativo di “Padre del fantatà” (padre del vaiolo). Nominato cardinale da Leone XIII nel 1884, morì un lustro dopo a San Giorgio a Cremano (Napoli). Oggi, per suo volere, riposa nella chiesa dei Cappuccini di Frascati (Roma). Il francobollo costa 60 centesimi e richiama lo stile dello stesso Mezzana, che tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento ha firmato numerosi francobolli per le Poste del pontefice. Organizzato in fogli da dieci, ha una tiratura massima di 200mila esemplari.
Il frate fa il bis. Ma anche l’artista
31 Ago 2009 21:38 - VATICAN
Il nuovo omaggio al cardinale Guglielmo Massaja richiama lo stile di Corrado Mezzana, il disegnatore che nel 1952, per conto dell’Italia, firmò il primo tributo