D’accordo, è da tredici anni di proprietà privata, ma la decisione fa specie e non ha mancato di farsi notare, persino per le polemiche. L’immobile, che dal 1909 alloggia le Poste centrali di Parma in strada Pisacane 1, da qualche giorno accoglie anche una pizzeria della catena Fra Diavolo. Per andare a mangiare si entra da strada Melloni 4, sul lato opposto rispetto all’ingresso dove spedire pacchi e telegrammi; sulla porta insiste ancora l’insegna “Poste telecomunicazioni”.
La storia della struttura risale al Seicento, ma venne ripensata più volte; il complesso è noto come palazzo della Riserva (doveva alloggiare gli ospiti della corte); vi trovò sede pure il teatro Ducale. La destinazione postale fu progettata dall’architetto Moderanno Chiavelli (1869-1962) tra il 1905 e il 1909, caratterizzandola, tra l’altro, per gli inserti floreali. Oggi, oltre a Poste italiane con contratto di locazione, vi sono, per esempio, Credit suisse, Subdued, Museo “Glauco Lombardi”, Società di lettura e conversazione, alcune residenze di lusso.
“Un’area di grande prestigio nel cuore della città storica, di cui da anni la nostra Soprintendenza ha sollecitato e sostenuto l’intero recupero, confidando che prima o poi la sensibilità degli organi dirigenti locali e nazionali avrebbe reperito le risorse per riproporne la piena leggibilità con il ripristino di tutte le parti decorate pittoriche, scultoree e d’arredo, soprattutto delle aree di maggiore valenza estetica e ricomponendo la funzionalità specifica del sito”, scriveva nella pubblicazione del centenario, “Ufficio postale Parma Centro”, la soprintendente a beni storici artistici etnoantropologici di Parma e Piacenza, Lucia Fornari Schianchi. “Uno degli edifici più significativi della stagione del Liberty in Italia”, faceva eco nel medesimo contesto il sindaco, Pietro Vignali.