Ieri sera la pubblicazione in “Gazzetta ufficiale”, e oggi l’entrata in vigore come legge 73 del 22 maggio. È il decreto-legge 40 del 25 marzo, meglio noto come “decreto-legge incentivi” o, più tecnicamente, riguardante “disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l’altro, nella forma dei cosiddetti «caroselli» e «cartiere», di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori”.
Tra le pieghe del provvedimento, due aspetti riguardano il mondo postale. Da una parte (articolo 2-undecies) vengono riconosciuti ulteriori 30 milioni per l’anno 2010 quale contributo pubblico verso le spedizioni a carattere editoriale delle associazioni no-profit.
Dall’altra (articoli 4-bis e 4-ter) l’esenzione dell’iva, finora estesa a tutte “le prestazioni relative ai servizi postali”, viene ridotta alle sole prestazioni del servizio postale universale, nonché alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi a queste accessorie, effettuate dai soggetti obbligati ad assicurarne l’esecuzione. Quest’ultimo disposto, però, non si applica subito, ma “a decorrere dal novantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge di conversione”.
Ad oggi -è la spiegazione che giunge da Poste italiane- la maggior parte delle prestazioni rese dalla società rientra fra i servizi postali universali e l’iva non viene applicata. Lo è, con aliquota del 20%, solo su alcuni supporti innovativi con rilevante valore aggiunto. I servizi che rientrano nel servizio postale universale sono individuati dal regolatore; tra questi figurano gli invii ordinari, raccomandati ed assicurati, gli atti giudiziari, i posta target, la posta massiva.