Si chiama “casellario vocale”, ed è un nuovo supporto per i portalettere. Permette di selezionare le missive in arrivo semplicemente leggendo l’indirizzo (ad esempio, dicendo “Romagna 71” per “viale Romagna 71”) al microfono di un computer. Una volta che il software individua le tonalità della voce, il meccanismo parte: ad ogni recapito, indica la casella dove infilare il plico. Viene così realizzata una suddivisione più puntuale, che poi avvantaggerà il collega incaricato del giro porta a porta. Il sistema è utile soprattutto all’avventizio, visto il turnover di personale impiegato con contratti a termine. Attraverso questo meccanismo -precisano da Poste italiane- si possono trattare 1.000 lettere all’ora, ma un ripartitore esperto raggiunge le 1.300.
Naturalmente, la maggior parte delle missive è selezionata a monte e in modo automatico, grazie ai codici nero e rosa applicati al Centro di meccanizzazione. La maggior parte, ma non tutta: esiste una porzione del flusso, quantificabile attorno al 25-30%, per la quale le macchine sono impotenti, perché l’indirizzo è scritto male, oppure perché l’invio risulta troppo grande o pesante. È solo per questa fetta che si rende necessaria la selezione manuale e l’ausilio di strumenti come il “casellario vocale”.
Con la recente riorganizzazione, di norma sono i Cmp a suddividere strada per strada la corrispondenza, ed il singolo portalettere riceve scatole contenenti il corriere già ordinato, che poi dovrà smistare ai destinatari. Il Centro postale di distribuzione di via Plezzo 32-34 a Milano Lambrate, ad esempio, sta sperimentando il sistema dal luglio scorso, avendo rivisto il recapito su due linee: l’articolazione universale e quella dedicata (cioè ad alto traffico: aziende, oppure grandi condomini).
I cambiamenti hanno toccato persino gli arredi. Oggi, ogni portalettere ha un tavolo ed un proprio schedario verticale, che può organizzare autonomamente, in base ai flussi medi e al percorso da compiere. I vani sono infatti regolabili, in modo da adattarli alle reali esigenze. È in tale punto che al mattino, prima di compiere il proprio giro, suddivide per strade e numeri le missive.
A proposito di flussi, un impianto come quello di Lambrate tratta ogni giorno 20mila plichi piccoli, 8mila voluminosi, 5mila raccomandate (250, sempre statisticamente, tornano indietro perché il destinatario non c’è o non esiste), 300 assicurate, 150 atti giudiziari, 20 spedizioni contrassegno. Al solito, però, il grosso è dato dalla corrispondenza più propriamente commerciale: 25mila oggetti di posta massiva inoltrata dai grandi utenti ed altri 8mila di stampati. Con tutti questi numeri, è difficile non perdersi!