L’“attacco” comunicazionale di Poste italiane per dimostrare al Paese che sta concretizzando i dieci impegni in favore dei comuni con meno di cinquemila abitanti prosegue a spron battuto. Dopo gli annunci riguardanti l’abbattimento delle barriere architettoniche (peraltro obbligo di legge), l’installazione dei postamat persino dove non vi sono uffici postali, il rinnovamento delle cassette, gli interventi artistici di “Paint”, le reti wi-fi gratuite, la videosorveglianza, la cessione di fabbricati non più funzionali per l’azienda, ecco il progetto “portalettere a domicilio”.
Di fatto, è un’evoluzione del “postino telematico”. Viene introdotto in quei luoghi dove l’operatore non ha un presidio fisso. Basta telefonare al numero verde 803.160, oppure intercettare il fattorino durante il suo abituale giro per -senza supplementi- pagare, utilizzando carte di debito, i bollettini di conto corrente postale, ricaricare le “Postepay” e la sim del cellulare, inviare raccomandate anche con ricevuta di ritorno e spedire pacchi (solamente gli ordinari, ora chiamati “poste delivery standard”).
Pure tale supporto -commentano dalla sede- ribadisce la presenza capillare della società nel territorio.