Il cartello presente fuori dal cantiere parlava di “rifunzionalizzazione dell’immobile” ad uso ufficio, senza precisarne i dettagli. Ora, dopo l’inaugurazione del 6 maggio, si sa tutto. L’enorme complesso di piazza Dante 25 a Roma, che già ospitò i supporti finanziari della Cassa depositi e prestiti ed alcuni uffici destinati alle prestazioni postali, adesso è un punto di riferimento per i servizi segreti nazionali. Ovvero -precisano da palazzo Chigi- costituisce la nuova sede unitaria del Sistema di informazione per la sicurezza della repubblica, struttura ricordata nel decimo anniversario (era il 4 dicembre 2017) con un francobollo da 95 centesimi.
Il fabbricato è stato individuato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento delle informazioni per la sicurezza nell’agosto del 2008. L’esigenza -aggiungono i diretti interessati- era concentrare le diverse articolazioni dislocate in varie sedi della capitale. L’edificio, che nel grande fregio sul tetto mantiene l’iscrizione originaria “Casse di risparmio postali”, “è finalmente rivitalizzato e portato a moderna e durevole funzionalità”.
“L’intervento di restauro ed ammodernamento, nella sua delicatezza e complessità, non si è limitato ad ottemperare alle norme architettoniche ed urbanistiche”. Dal 2008 al 2012 si è lavorato per definire i requisiti funzionali e riprogettare l’insieme, in modo che risultasse “efficiente, moderno e rispettoso della sua tradizione architettonica e dell’archeologia” (nel sottosuolo è stato individuato il sito, già noto, che riporta a giardini del Primo secolo). I cantieri sono risultati operativi dal 2012 al 2019. Non solo è stato riqualificato lo stabile, ma anche il contesto urbano, in cui gioca un ruolo fondamentale la piazza-giardino antistante.
Si sono mantenute e rafforzate le strutture, sia nelle componenti orizzontali che nelle parti murarie, comprese le fondazioni, la cui aumentata capacità ha permesso l’impiego del seminterrato e la creazione di volumi utili per i dispositivi tecnici e le attrezzature. Gli addetti hanno “placcato” le superfici degli spazi interni con una tecnica che consente l’isolamento e il passaggio delle reti, senza intaccare il vivo delle murature. Quando necessario, si sono frazionati i grandi ambienti, mantenendo una flessibilità per eventuali soluzioni distributive diverse. Scelta che ha facilitato l’impiantistica.
Quanto ai numeri, è un quadrilatero di 100 metri per lato con oltre 60.000 metri quadri impiegabili e 1.000 finestre d’affaccio. Contiene oltre 2.000 chilometri di cavi in fibra ottica e può accogliere ben più di 1.000 addetti.
Ospita una “Parete della memoria”, dedicata ai quattro caduti che hanno donato la propria vita per il compimento della missione: Nicola Calipari, Pietro Antonio Colazzo, Lorenzo D’Auria e Vincenzo Li Causi.
La proprietà del palazzo resta di Cassa depositi e prestiti. “Siamo molto orgogliosi di mettere un immobile di Cdp a disposizione di una delle principali istituzioni garanti della sicurezza dei cittadini”, ha commentato l’amministratore delegato, Fabrizio Palermo (continua).