Più integrazione con il sistema bancario nazionale, e più sicurezza. Non è un caso se Poste italiane ha aderito al Consorzio Cbi, l’organismo costituito per la gestione dei servizi di corporate banking interbancario. Grazie a tali prestazioni, 750mila imprese possono contattare le banche con cui hanno un rapporto di conto corrente attraverso un unico collegamento telematico.
Entro la metà del 2009 Bancoposta -dice una nota ripresa dall’Asca- si aggiungerà alle oltre 690 banche, pari al 95% del settore in termini di totale attivo, che già offrono alle imprese servizi innovativi, come la dematerializzazione di contratti e pratiche con la fattura elettronica e la firma digitale, lo scambio di documenti ed informazioni in tempo reale, operazioni di incasso e pagamento più sicure e veloci, funzioni finanziarie e commerciali ancora più evolute. Per i clienti di Bancoposta che sceglieranno di collegarsi al Cbi “vuol dire vantaggi in termini di risparmio, efficienza e sicurezza”.
L’ingresso di Poste nel Consorzio -spiega l’amministratore delegato, Massimo Sarmi- “conferma la crescita dell’azienda nell’area dei servizi finanziari evoluti, offerti alla clientela business e costituisce un riconoscimento alla capacità di innovazione nel settore dei servizi digitali che Poste italiane può mettere a disposizione del sistema delle imprese”.
Intanto, però, lo stesso Bancoposta risulta in questi giorni troppo affollato. Accanto a coloro che devono adempiere alle naturali scadenze di fine anno, in coda vi sono quanti aspirano ad ottenere la “Carta acquisti” annunciata dal Governo.