Il cantiere venne aperto il 18 aprile 1506; a mezzo millennio di distanza, il 22 giugno, le Poste vaticane ricorderanno il giro di boa registrato dalla “nuova” basilica dedicata a san Pietro, il cui progetto venne affidato a Donato Bramante. Il primo edificio -come ricordano dal Governatorato- fu voluto dall’imperatore Costantino sul luogo in cui l’apostolo Pietro subì il martirio. Consacrato dal pontefice Silvestro I nel 326, venne completato nel 349. Nel corso dei secoli “il tempio subì numerosissimi interventi di restauro ed ampi rifacimenti, fino a che Giulio II decise la sua completa ricostruzione”. Sia il papa che l’architetto morirono poco dopo l’inizio del restauro e per dirigere il piano venne chiamato Raffaello, il quale si avvalse della collaborazione di Giuliano da Sangallo. Impegnati in diversi periodi per la realizzazione di altre opere, i due costruttori si alternarono alla guida del restauro con Baldassarre Peruzzi e Michelangelo. Fu tuttavia Paolo V ad imporre la croce latina, affidandone il progetto a Carlo Maderno. Alla fine la costruzione fu completata nel 1614, consacrata e aperta al culto il 18 novembre 1626. L’emissione si articola in quattro francobolli uniti a coppia: due valgono 45 e i restanti 60 centesimi; riproducono, con un leggero rilievo, le medaglie coniate nel 1506 per celebrare l’avvio dei lavori. Il primo dittico raffigura un’allegoria dell’architettura ed il Bramante (sullo sfondo è riprodotto l’esterno della costruzione michelangiolesca); l’altra coppia offre papa Giulio II e l’idea bramantesca della basilica (in secondo piano è raffigurata la sezione del complesso). I fogli sono composti da quattro coppie identiche; la tiratura complessiva è di 300mila serie.
Tratti dalle medaglie dell’epoca i nuovi francobolli
17 Giu 2006 00:00 - VATICAN