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editor Fabio Bonacina

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Il lavoro compiuto nel 2011 dagli ispettorati territoriali che seguono il settore postale

Ispettorati territoriali, il bilancio di un anno
Ispettorati territoriali, il bilancio di un anno

Un anno di attività che ha contabilizzato l’apertura di pratiche riguardanti 1.391 accertamenti, 88 sanzioni, 197 reclami ed 8 interrogazioni parlamentari. È la sintesi del lavoro di vigilanza e controllo effettuato dagli ispettorati territoriali che fanno capo alla direzione generale per la regolamentazione del settore postale (dipartimento per le comunicazioni, ministero dello Sviluppo economico). Mirante a vigilare sull’assolvimento degli obblighi a carico dell’operatore incaricato al servizio universale (quindi Poste italiane) e su quelli derivanti dai titoli abilitativi alla fornitura (licenze e autorizzazioni generali).

Tabelle alla mano, il più alto numero di controlli è stato effettuato in Puglia e Basilicata (complessivamente 259 casi); quello più basso in Lombardia (11). Quanto alle infrazioni, la Sicilia è stata la regione più colpita (32 episodi), mentre in diverse (Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Veneto) non ne è stata registrata nemmeno una. Analizzando i motivi, la voce più frequente di contenzioso interessa il pagamento dei contributi annuali, fatto che ha originato 295 verifiche e 50 sanzioni, seguita dall’esame sulla corretta applicazione delle procedure di reclamo e della carta della qualità (193 situazioni, senza peraltro nessuna conseguenza pecuniaria).

Per ciò che concerne i 197 reclami, il territorio più colpito è stato quello della Liguria, che ne ha collezionati 43. Al contrario del Trentino-Alto Adige, in cui non ne è stato presentato alcuno. Le otto interrogazioni parlamentari hanno interessato Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, Puglia e Basilicata, Sicilia, Veneto.

Un capitolo a parte, ed imprevisto, ha riguardato i sopralluoghi avviati dopo il blackout alla rete informatica dell’1 giugno. Incidente che ha indotto il dicastero a constatare l’entità dei disservizi e poi a verificare il ripristino delle prestazioni. Le 83 uscite hanno riguardato Marche e Umbria (24), Lazio (18), Puglia e Basilicata (14), Abruzzo e Molise (8), Veneto (7), Piemonte e Valle d’Aosta (6), Liguria (5), Lombardia (1).

È stato considerato fondamentale -spiegano dallo stesso dicastero- “accompagnare il processo di liberalizzazione del settore con una politica regolatoria efficace, sostenuta da una costante attività di monitoraggio, controllo e all’occorrenza sanzionatoria diretta a preservare il servizio universale, in particolare nelle aree svantaggiate del Paese, e a garantire uno sviluppo ordinato del mercato evitando comportamenti illeciti da parte degli operatori economici”. Per questo l’apertura alla concorrenza è stata accompagnata “da un rafforzamento delle funzioni di vigilanza e controllo”. Funzioni “ritenute imprescindibili per la creazione di un mercato dei servizi postali realmente trasparente e competitivo”.




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