Un anno di attività che ha contabilizzato l’apertura di pratiche riguardanti 1.391 accertamenti, 88 sanzioni, 197 reclami ed 8 interrogazioni parlamentari. È la sintesi del lavoro di vigilanza e controllo effettuato dagli ispettorati territoriali che fanno capo alla direzione generale per la regolamentazione del settore postale (dipartimento per le comunicazioni, ministero dello Sviluppo economico). Mirante a vigilare sull’assolvimento degli obblighi a carico dell’operatore incaricato al servizio universale (quindi Poste italiane) e su quelli derivanti dai titoli abilitativi alla fornitura (licenze e autorizzazioni generali).
Tabelle alla mano, il più alto numero di controlli è stato effettuato in Puglia e Basilicata (complessivamente 259 casi); quello più basso in Lombardia (11). Quanto alle infrazioni, la Sicilia è stata la regione più colpita (32 episodi), mentre in diverse (Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Veneto) non ne è stata registrata nemmeno una. Analizzando i motivi, la voce più frequente di contenzioso interessa il pagamento dei contributi annuali, fatto che ha originato 295 verifiche e 50 sanzioni, seguita dall’esame sulla corretta applicazione delle procedure di reclamo e della carta della qualità (193 situazioni, senza peraltro nessuna conseguenza pecuniaria).
Per ciò che concerne i 197 reclami, il territorio più colpito è stato quello della Liguria, che ne ha collezionati 43. Al contrario del Trentino-Alto Adige, in cui non ne è stato presentato alcuno. Le otto interrogazioni parlamentari hanno interessato Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, Puglia e Basilicata, Sicilia, Veneto.
Un capitolo a parte, ed imprevisto, ha riguardato i sopralluoghi avviati dopo il blackout alla rete informatica dell’1 giugno. Incidente che ha indotto il dicastero a constatare l’entità dei disservizi e poi a verificare il ripristino delle prestazioni. Le 83 uscite hanno riguardato Marche e Umbria (24), Lazio (18), Puglia e Basilicata (14), Abruzzo e Molise (8), Veneto (7), Piemonte e Valle d’Aosta (6), Liguria (5), Lombardia (1).
È stato considerato fondamentale -spiegano dallo stesso dicastero- “accompagnare il processo di liberalizzazione del settore con una politica regolatoria efficace, sostenuta da una costante attività di monitoraggio, controllo e all’occorrenza sanzionatoria diretta a preservare il servizio universale, in particolare nelle aree svantaggiate del Paese, e a garantire uno sviluppo ordinato del mercato evitando comportamenti illeciti da parte degli operatori economici”. Per questo l’apertura alla concorrenza è stata accompagnata “da un rafforzamento delle funzioni di vigilanza e controllo”. Funzioni “ritenute imprescindibili per la creazione di un mercato dei servizi postali realmente trasparente e competitivo”.