Una serie ordinaria che debuttò mezzo secolo fa oggi, ma che si rivelò sfortunata: probabilmente troppo grande nelle dimensioni per essere adatta alle diverse esigenze, in un periodo in cui pressoché qualsiasi invio era saldato tramite le cartevalori. La dimostrazione è che trovò solo due integrazioni seguenti, per poi finire nel dimenticatoio. È la serie dedicata alla flora, che si avviò con quattro esemplari. “Sono tutti stampati in rotocalco a quattro colori con la nuova «Goebel»”, scrisse il 7 maggio 1966 “Il collezionista - Italia filatelica” (allora, la testata andava in edicola ogni due settimane!). Prodotti su carta senza filigrana nel formato che non a caso veniva definito “gigante”. I fogli sono da cinquanta. Il taglio da 20 lire raffigura un pino che sorge sul colle Palatino, il 40 un mazzo di garofani bianchi e rossi, il 90 uno di margherite gialle, il 170 un olivo di villa Adriana, presso Tivoli (Roma). Quanto alle tirature, risultano tali da far impallidire i numeri odierni: per i primi due dentelli si parlava di cinquanta milioni a testa, dei restanti di trenta. Diciottomila uffici postali in tutta Italia (ora sono complessivamente poco più di tredicimila, ndr) dovevano ricevere i tagli fin dal giorno di emissione, prosegue la nota. “Non si esclude peraltro che per le prime settimane i quantitativi disponibili siano alquanto ridotti, salvo a divenire normali man mano che le provviste giungeranno da Roma alle varie direzioni principali”. Le tappe successive vennero registrate il 20 novembre 1967 (25 lire con il melo e 50 per l’iris) ed il 20 dicembre 1968 (55 lire con i cipressi e 180 per le ginestre).
Una “grande” ordinaria
30 Apr 2016 01:06 - ITALIAN ISSUES
Non a caso, all’epoca il formato venne definito “gigante”. E non ebbe fortuna tra le emissioni definitive. È la serie “Flora”, che debuttò il 30 aprile 1966