Un progetto “finalizzato a raccogliere e rendere disponibile al pubblico la grande mole della corrispondenza intrattenuta da Alcide De Gasperi con grandi protagonisti della politica nazionale ed internazionale, uomini di chiesa, amici, conoscenti e semplici cittadini”. Un “corpus” stimabile per difetto in non meno di cinquemila documenti (fra cui biglietti, cartoline e telegrammi), parte dei quali ancora inediti se non addirittura sconosciuti agli storici. È l’edizione digitale dell’epistolario che fu di Alcide De Gasperi, nella quale convivono le immagini degli originali associate alle trascrizioni.
Grazie alla Fondazione trentina dedicata al personaggio, per ora sono consultabili le prime 1.300 lettere, provenienti da 106 archivi di 9 Paesi. Si prevede di concludere l’opera nel 2021.
Tale corrispondenza -ha detto il presidente della medesima struttura, Giuseppe Tognon- “è un monumento alla vita del popolo italiano, perché coglierlo dal cuore del governo significa averlo in mano. I dati materiali non dicono però tutto. Ciò che appare ai ricercatori è qualche cosa di più importante: è una prospettiva storica densa di fatti e di personaggi, insomma è un film dell’Italia che siamo stati e forse anche una prospettiva per l’Italia che vorremmo essere o che credo dovremmo ritornare ad essere”.
L’uomo -viene ricordato- “visse, combatté e governò innanzitutto scrivendo: per la sua generazione la parola era vita e tutta la politica era al servizio di una comunicazione fondata su dati di realtà e su sentimenti profondi di partecipazione”. A leggerle, le missive narrano le battaglie di un giovane cattolico di montagna, italiano nell’Impero degli Asburgo, fino alla determinazione di uno dei padri fondatori dell’Europa unita, sopravvissuto alle tragedie di due Guerre mondiali e all’età dei totalitarismi. Insomma, si scopre una “miniera della memoria”.