Prato dentellata, oggi. Perché la tarda mattinata è stata dedicata al 95 centesimi autoadesivo riguardante il “fabbricante di cantucci, biscotti ed altri generi” (lo si legge sulla storica insegna del negozio, attivo dal 1858 e collocato in via Ricasoli 22). Ossia, Antonio Mattei.
È “una giornata di festa”, ha puntualizzato il sindaco, Matteo Biffoni, alla presentazione; dentro a quel sacchetto “vi è il nostro Paese”. “Il francobollo è ancora qualcosa di significativo, in questo francobollo c’è Prato, la nostra storia, la comunità”.
Per la ditta è intervenuta Elisabetta Pandolfini. “È un evento così speciale per la nostra città, la nostra famiglia, la nostra azienda. Il francobollo è un riconoscimento straordinario e un po’ è di tutti i pratesi”. Poi, riferendosi al padre Paolo, filatelista, “lo penso felice, commosso e fiero. Il valore simbolico è racchiuso tutto in questo francobollo”.
Spiegare le vicende del prodotto nel tempo è stato il compito di uno specialista, Giampiero Nigro. “Una storia lunga -ha detto- che comincia con i biscotti ed i cantucci (all’anice), risalenti al Medioevo”. Nell’Ottocento si aggiunge la figura di Antonio Mattei, “un personaggio incredibile. In fondo il biscotto, il biscotto con le mandorle, lo si conosceva già. Lui l’ha reinterpretato e fatto conoscere al mondo. Ne ha inventate di tutti i colori”.
A rappresentare Poste italiane, il responsabile per la filatelia, Pietro La Bruna. “In venti mesi ho trovato una persona che ha il coraggio di fare delle scelte”, ha precisato. “È il sottosegretario Antonello Giacomelli”. E non è un caso se il ministero allo Sviluppo economico, in tale periodo, “ha fatto scelte che hanno valorizzato le nostre eccellenze”. Il passato che soggiace alla carta valore odierna “è un’eccellenza importante, rappresenta un romanticismo che non esiste più. Nel 2016, però, il francobollo resta uno strumento straordinario di comunicazione, come questa eccellenza pratese. Che ora occorre far conoscere: semplicemente affrancando una cartolina, una lettera”.
“Vivere questo momento a casa propria è un’emozione particolare”, ha ammesso il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. “Quello del francobollo sembra un mondo superato. Ma il francobollo non è una cosa antica, è una cosa solenne. Non esiste un altro modo ufficiale, dello Stato, per indicare gratitudine. In questo caso c’è un affetto specifico. Il nostro Paese è fatto di tante realtà così. Il francobollo rimarrà per sempre il momento di ammirazione dello Stato, di gratitudine del lavoro svolto, di incoraggiamento per le sfide future”.