Il “decreto salva Italia”, definito dal Governo il 6 dicembre, rivisto e approvato dalla Camera il 16 e dal Senato il 22, quindi promulgato lo stesso giorno dal presidente della Repubblica e pubblicato ieri notte in “Gazzetta ufficiale”, è entrato in vigore oggi. È la legge n°214 del 22 dicembre 2011, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n°201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”. Per riportarlo tutto -sia come mero elenco delle modifiche introdotte nella versione originale, sia come testo coordinato così da poterne capire di più- è stato necessario predisporre un supplemento ordinario, il n°276. Oltre ad aver cancellato definitivamente la mai nata Agenzia nazionale di regolamentazione del servizio postale (le competenze -lo prescrive l’articolo 21, intitolato “Soppressione enti e organismi”- sono passate all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che nel frattempo si è già messa a lavorare), il settore è citato soprattutto per gli strumenti di pagamento, e Poste italiane come realtà parallela agli istituti bancari. Ad esempio, in materia di tracciabilità (articolo 12), si prevede che “lo stipendio, la pensione, i compensi comunque corrisposti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali e dai loro enti, in via continuativa a prestatori d’opera e ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, di importo superiore a mille euro, debbono essere erogati con strumenti di pagamento elettronici bancari o postali”. Anche “per incrementare i livelli di sicurezza fisica”. Fermo restando che quanti percepiscono trattamenti pensionistici minimi, assegni e pensioni sociali, a determinate condizioni non dovranno pagare l’imposta di bollo e l’interlocutore, bancario o postale, non potrà addebitare alcun costo. Previsti tre mesi entro i quali si dovrà mettere a punto una convenzione specifica riguardante un conto corrente o un conto di pagamento di base. Al tempo stesso viene spostato dal 31 dicembre 2011 al 31 marzo 2012 il tempo per abbassare ad un massimo di 1.000,00 euro i libretti al portatore. L’articolo 19, inoltre, conferma l’imposta di bollo sugli estratti conto bancari e postali di ogni tipo (rendiconti riferiti ai libretti di risparmio postale compresi), così come era stata prevista: immutata a 34,20 euro annui per le persone fisiche (ma è azzerata se la giacenza media non oltrepassa quota 5.000), elevata a 100,00 per quelle giuridiche. Cui si aggiunge la proporzionale sugli altri prodotti e strumenti finanziari. “Sono comunque esenti i buoni postali fruttiferi di valore di rimborso complessivamente non superiore a euro 5.000”.
Versione definitiva per il già “decreto salva Italia”
28 Dic 2011 11:03 - NEWS FROM ITALY
Nella “Gazzetta ufficiale” di ieri il testo che il Parlamento ha trasformato nella 214ª legge dell’anno