In cronaca, anche negli ultimi giorni, il mondo postale impegnato nel gestire l’emergenza coronavirus. A Laterina Pergine Valdarno (Arezzo) il Comune ha installato un gazebo davanti all’ingresso dell’ufficio di Poste italiane, l’unico aperto nel territorio municipale. È collocato nella frazione di Pergine Valdarno, in piazza Don Adelmo da Pergine 4; l’obiettivo è rendere più riparata e comoda l’attesa di persone attempate o con difficoltà motorie.
Il deputato Michele Anzaldi (Italia viva), nel narrare le vicissitudini per ritirare una raccomandata, ha fatto notare la discutibile salubrità delle “bussole”, ovvero delle cabine a due porte che ancora regolano l’accesso di certe sedi.
A… tenere banco è soprattutto la distribuzione delle mascherine impiegando le cassette postali di casa. È accaduto nello stesso paese toscano citato sopra, ma è stato deciso pure -sono solo esempi- a Camerano e Falconara Marittima (Ancona), Frosinone, Nosate e Turbigo (Milano), Pescosolido (Frosinone). A Bellizzi e Eboli (Salerno) l’iniziativa è stata firmata dalla comunità cinese. Un sistema pratico ma non difeso: altri furti sono stati segnalati a Bagno a Ripoli (Firenze) e Bassano del Grappa (Vicenza). Da notare che in alcuni luoghi, come ad Acquaviva delle Fonti (Bari) e Rancio Valcuvia (Varese), i contenitori per le lettere hanno accolto un ramo benedetto di olivo: oggi è la Domenica delle palme.
Questioni di mascherine mancanti hanno scatenato problemi tra gli utenti in coda davanti agli sportelli in via della Repubblica 6 a Cossato (Biella) e in via Gargano 60 a Manfredonia (Foggia); quest’ultimo, tecnicamente è il Manfredonia 2.
Dispositivi individuali anche nella “nera”: un borseggiatore a Bari avrebbe approfittato di un pensionato asportando con una lunga “pinza filatelica” il prelievo appena ritirato; alla sede di piazza Tiziano 1 a Lavezzola (Conselice, Ravenna) è stata tentata una rapina. In entrambi i casi agli artefici, protetti in viso dal riparo contro il morbo, è andata male.
Tra i giornali ha fatto scalpore la… trovata di una persona che, per scavalcare le altre in fila e ritirare la pensione della madre, avrebbe gridato che la genitrice era positiva. È accaduto in provincia di Napoli, per la precisione all’Acerra 2 di corso Resistenza 209.
Ha fatto il giro del web e di diverse testate pure la foto del signore recatosi al presidio di corso Italia 65 a Rivarolo Canavese (Torino) protetto da una tuta utile probabilmente in caso di disastro nucleare.
Domani dovrebbe riaprire il Campobasso 5, sito in via Toscana 31: era stato chiuso improvvisamente per la sanificazione, dopo che due addetti erano risultati positivi (continua).