Le cassette? Anche se ora non se ne conosce più il numero, l’attuale loro presenza è basata sulla popolazione, si legge nel contratto di programma 2020-2024 che il ministero dello Sviluppo economico ha sottoscritto con Poste italiane. Quest’ultima si impegna a formulare all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, entro il primo semestre 2020, una proposta per rimodularne i criteri, considerando l’andamento dei volumi e l’effettivo utilizzo. C’è di più, come peraltro già era stato annunciato il 28 ottobre scorso all’incontro “Sindaci d’Italia”: l’operatore deve rinnovarle progressivamente, introducendo contenitori di nuova generazione (all’appuntamento definiti “smart”), dotati di sensori per misurare gli invii. Grazie a un pannello digitale, potranno essere impiegati pure per diffondere informazioni di pubblica utilità.
Nero su bianco un altro aspetto: la progressiva installazione di armadietti metallici, i cosiddetti locker, anche presso il domicilio dei destinatari che vi consentano (l’azienda chiama tale versione puntopostedate); risultano idonei -viene spiegato- per “semplificare le attività di consegna e spedizione -sia per gli utenti, sia per gli operatori postali- nonché a garantire la fruizione di servizi aggiuntivi”. Sono proprio i mobiletti finiti in cronaca nei giorni scorsi.
In materia di logistica, la società “si impegna a realizzare un incubatore di start-up”, rivolto ai giovani che intendano avviare nuove imprese nel settore (continua).