Sono passati quasi centodieci anni (era il 19 novembre 1911) ma la notizia del treno postale svaligiato tra Parigi e Mâcon fa ancora… notizia. Tanto da aprire un capitolo, dedicato alla “Valigia delle Indie”, del libro “La storia prende il treno”. Non è l’unico richiamo presente tra le 252 pagine (16,00 euro, e-book 8,99, Add editore); si parla ad esempio dell’incidente registrato il 19 novembre 1952 a Saint-Rambert-d’Albon, sempre in Francia, dove il lussuoso “Bleu” si scontra con un convoglio carico di lettere e pacchi o dell’epico attacco al postale del 7 agosto 1963 in viaggio da Glasgow a Londra.
“A vapore o elettrici, i treni hanno segnato la storia e per molto tempo ancora ne tracceranno la strada”, si legge nella prefazione del lavoro, dovuto a Sophie Dubois-Collet. “Non esiste invenzione umana che abbia trasformato il paesaggio rurale e urbano quanto il treno”. La comparsa delle prime linee, all’inizio del XIX secolo, suscita “meraviglia e perplessità”. Qualcuno pensa che non abbia futuro; in carrozze spesso simili a salotti, con poltrone di velluto e lampade art déco, re, regine e politici prendono decisioni e ricevono visite ufficiali. Vagoni come caveau che trasportano banconote e pietre preziose bottino di epiche rapine, locomotive come armi temibili, talvolta simbolo di libertà e rivolta, ispirazione di pittori, scrittori e registi.
I diversi episodi citati conducono il lettore in Europa, ma pure in India, nel Sudafrica dell’apartheid, negli Stati Uniti…