Mentre Alitalia e i suoi possibili salvataggi sono ancora all’ordine del giorno, da Bruxelles arriva il via libera nei confronti di un sostegno dato dallo Stato a Poste italiane sotto la voce “obblighi del servizio pubblico”. Sostegno riguardante il periodo 2006-2008 e pari a 1,1 miliardi di euro.
La Commissione Europea “ha deciso di non sollevare obiezioni”, perché la procedura “è conforme alle norme Ue”; non porta ad alcuna sovracompensazione e “non consente quindi sovvenzioni incrociate di altre attività”.
La Corte europea di giustizia, nella sentenza Altmark del 24 luglio 2003, aveva stabilito quattro criteri per valutare se una compensazione per l’adempimento degli obblighi del servizio pubblico costituisce aiuto di Stato:
1) esplicito affidamento degli obblighi del servizio pubblico;
2) condizioni di compensazione obiettive, trasparenti e predefinite;
3) nessuna sovracompensazione;
4) selezione del fornitore meno costoso tramite procedura di gara o livello di compensazione basato sui costi di un’impresa media gestita in modo efficiente.
“Dato -sottolineano da Bruxelles- che Poste italiane non è stata selezionata nell’ambito di una procedura di appalto pubblico, l’intervento costituisce un aiuto di Stato”. Supporti di questo tipo “possono essere dichiarati compatibili se non eccedono i costi originati per fornire il servizio”. Dall’indagine della Commissione è emerso che gli oneri netti registrati dalla società guidata da Massimo Sarmi per adempiere gli obblighi del servizio postale universale fra il 2006 e il 2008 sono risultati superiori al sostegno finanziario concesso nello stesso periodo. Il maxi-assegno non ha comportato una sovracompensazione, ed è pertanto compatibile con le norme continentali.
“Sono convinta -ha dichiarato il commissario responsabile per la Concorrenza, Neelie Kroes- che la compensazione concessa a Poste italiane sia sufficiente per consentire all’azienda di adempiere ai suoi obblighi di servizio pubblico senza falsare indebitamente la concorrenza”.