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editor Fabio Bonacina

27301 news from 8/3/2003

Il confronto con il territorio e l’introduzione di formule alternative, cioè l’agenzia nel negozio di paese e la prestazione domiciliare

Un problema generale, ma affrontato diversamente. Mentre in Italia e in altri Paesi gli uffici postali -come dimostrano le cronache- vengono chiusi o ne sono ridotte le attività senza un concreto confronto con le rappresentanze locali, l’approccio della Posta svizzera risulta almeno in parte differente.

Nell’aprile scorso la società aveva reso noto un elenco di 421 uffici postali da sottoporre a verifica entro il 2011. In questi mesi sono state esaminate 114 situazioni: 30 sedi continueranno ad essere gestite direttamente, 49 saranno trasformate in agenzie secondo la formula della “Posta nel negozio di paese” (ospitata, cioè, presso dettaglianti, ma anche in municipi, uffici del turismo e stazioni ferroviarie), in 32 località verrà introdotto il servizio a domicilio (chi desidera effettuare un’operazione attacca alla propria cassetta delle lettere l’apposito cartellino; al giro successivo, il portalettere suona per chiedere di cosa si ha bisogno). Per le 3 restanti è scoccata, invece, la chiusura.

“Le trasformazioni -precisano dall’azienda- sono state decise sempre dopo un dialogo con i Comuni”. Laddove non siano possibili soluzioni consensuali, l’Ente interessato ha facoltà di appellarsi alla commissione uffici postali, le cui raccomandazioni vengono accettate dalla Posta. “Questo è avvenuto finora in sei casi e tutte le raccomandazioni della commissione confortano la decisione della Posta”.

Dietro, naturalmente, c’è la drastica diminuzione dei traffici: “dal 2000 il calo è stato del 47% per lettere e pacchi e del 17% per i pagamenti”. Ecco perché sono state sviluppate le agenzie, così da continuare ad offrire le prestazioni anche dove ormai, per la scarsità di domanda, manca una presenza diretta. Queste “vengono apprezzate dalla popolazione come alternativa al tradizionale ufficio postale, in particolare grazie agli orari di apertura più lunghi e all’abbinamento con un esercizio commerciale”.

L’attuale situazione vede gestire 2.348 uffici postali (di cui 283 agenzie) e 1.154 servizi a domicilio. Nei prossimi tempi -è l’impegno- saranno passati al vaglio i restanti 307 punti citati nella lista. L’operatore “ritiene molto importante verificare ogni sede individualmente, con grande attenzione e avviando da subito un dialogo con tutti i collaboratori interessati e con i Comuni. Criterio fondamentale non è, a tal riguardo, il numero delle singole forme di distribuzione, bensì chiari parametri come bacino di utenza, orari di apertura, servizi utilizzati, punti di accesso alternativi, raggiungibilità a piedi o con i mezzi pubblici, affluenza di pubblico e volumi, andamento demografico nonché possibilità di collaborazione nel centro abitato”.

Riduzione dei servizi sì, ma -almeno oltre le Alpi- con il confronto. Una delle soluzioni introdotte risulta la “Posta nel negozio di paese”, l'altra la prestazione a domicilio, richiesta applicando un cartellino sulla propria cassetta (foto: © La posta svizzera)
Riduzione dei servizi sì, ma -almeno oltre le Alpi- con il confronto. Una delle soluzioni introdotte risulta la “Posta nel negozio di paese”, l'altra la prestazione a domicilio, richiesta applicando un cartellino sulla propria cassetta (foto: © La posta svizzera)



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