Festa di compleanno in anticipo per Aldo Cecchi, che il 13 maggio compirà ottant’anni. Ieri, nell’ambito del colloquio nazionale organizzato dall’Istituto di studi storici postali, da lui fondato e sostanzialmente guidato a partire dal 1982, ha assistito nel crescente stupore (visto che non ne sapeva nulla) alla presentazione di un libro a lui dedicato.
Il volume (336 pagine, 30,00 euro) si intitola: “Posta per Aldo. Scritti di amici in onore di Aldo Cecchi per il suo ottantesimo compleanno” e viene inserito come trentunesimo “quaderno” nella collana Issp. Oltre all’introduzione (riguardante la storia postale nel passaggio dal collezionismo alla ricerca scientifica e il ruolo di Aldo Cecchi) e alla sua bibliografia, comprende dieci interventi: “Lettera ad un amico... vero!” (di Fernando Frattolillo); “Una squadra all’Istituto di studi storici postali” (Cristina Mariotti e Filippa Morra); “Si fa presto a dire lettere: qualche riflessione sulla descrizione archivistica delle lettere” (Giorgetta Bonfiglio Dosio); “I «precursori» delle guide postali” (Federico Borromeo d’Adda); “Viaggio a mezza posta (e un inedito di Codogno)” (Armando Serra); “La navigazione a vapore e il trasporto della posta all’epoca della prima rivoluzione industriale. Un profilo d’insieme” (Andrea Giuntini); “Le comunicazioni postali nel Veneto e nel Mantovano durante la guerra del 1866” (Gabriele Serra); “«Ho risposto a quel matto di no». Tre uffici postali italiani nella Dalmazia occupata dal 1918” (Bruno Crevato-Selvaggi); “Il 1931 in posta” (Fabio Bonacina); “Gli aspetti postali del controllo e della censura delle corrispondenze durante la guerra italo-etiopica (1935-1937)” (Beniamino Cadioli e Aldo Cecchi).
Sul tema “La sicurezza nella storia postale. Cifrature, censure, lettere nascoste, scritture celate, bolli anonimi”, al colloquio hanno partecipato dieci relatori: Armando Serra, Fabio Vaccarezza, Adriano Cattani, Flavio Riccitelli, Claudio Manzati, Francesco Ruvolo, Mario Coglitore, Franco Filanci, Lorenzo Carra ed Enrico Bertazzoli.
Le relazioni sentite -ha detto la “padrona di casa”, ossia la direttrice dell’Archivio di stato di Prato, Raffaella de Gramatica- “dimostrano il desiderio di comunicare e al tempo stesso la forza della riservatezza”. Assenti -come ha evidenziato il moderatore della giornata, il vicedirettore dell’Istituto Bruno Crevato-Selvaggi- le istituzioni politiche ed amministrative, ed è la prima volta. Una mancanza che si è fatta notare, non a caso registrata nel momento in cui la onlus risulta in serie difficoltà economiche. Nonostante questo -ha ricordato il direttore, Andrea Giuntini- “è importante continuare ad alimentare tali studi; siamo un gruppo che mantiene viva l’attenzione su un servizio essenziale, quello della posta, come incrocio delle tante discipline di cui noi siamo portatori”.