Forse il tratto più distintivo del contratto di programma 2020-2024 concordato fra ministero dello Sviluppo economico e Poste italiane è l’aver voluto puntare su attività “a sostegno della trasformazione digitale dei servizi”. Dette attività esulano dal servizio universale (non a caso, il loro inserimento nel testo è stato criticato dagli operatori privati), non possono essere finanziate con questo e devono risultare oggetto di convenzioni specifiche. È in tale ambito che la società, ad esempio, si è impegnata ad agevolare l’inclusione degli utenti in divario digitale “attraverso offerte volte a garantire l’accesso universale ai servizi delle Pubbliche amministrazioni”. A tale scopo vengono richieste all’operatore soluzioni integrate riguardanti la gestione fisica (in partenza dalla persona) e digitale (nella fase successiva) delle istanze amministrative presentate dai cittadini. Si aggiunge la consegna di documenti rilasciati dalle Pa come carte di identità, patenti, passaporti, certificati elettorali. In più, possono essere concordati vari tipi di prestazioni, elettroniche e non, fino a quelle di logistica. Riferendosi alle decisioni adottate nell’ambito dell’Unione postale universale circa i supporti di piattaforme tecnologiche innovative, la società “si impegna ad adottare tutte le iniziative volte a realizzarli nei tempi più brevi, comunque compatibili con la loro sostenibilità economica” (continua).
Contratto di programma/4 La digitalizzazione
20 Giu 2020 15:08 - NEWS FROM ITALY
Tale capitolo -l’hanno evidenziato ad esempio gli operatori privati- esula dal servizio universale. Ciononostante, nel documento è presente