Chissà se a Vienna, nell’ideare il prodotto, avevano in mente le “sonorine”, create a Parigi nel 1905: cartoline rivestite di cera che, se impiegate con il “grammofono phonopostale”, riproducevano il messaggio lasciato dal mittente.
Dettagli tecnologici a parte, l’idea del nuovo articolo austriaco è molto simile: normali cartoncini con un bella foto da un lato e, sull’altro, lo spazio per apporre l’affrancatura, l’indirizzo del destinatario e il messaggio di circostanza.
Tra i due strati dell’oggetto, ed ecco la sorpresa, c’è un piccolo registratore che permette di memorizzare suoni per circa dieci secondi: una voce o una musica, aggiungendo quindi un tocco personalizzato al normale testo scritto. Per ascoltare quanto immortalato basterà schiacciare il pulsante “play”.
Sono le “cartoline parlanti”, disponibili in cinque versioni (le differenze sono date dalle fotografie posizionate sul lato immagine). A sottolinearne la destinazione filatelica è il fatto che non sono in vendita presso i normali uffici postali; Österreichische post le veicola, a 4,99 euro l’una, attraverso i tre negozi rivolti ai collezionisti o il proprio sito.
Negli ultimi tempi la medesima Amministrazione è spesso approdata alle cronache per le performance realizzate, come per il francobollo ricamato o in poliuretano. L’8 agosto, ad esempio, ha emesso un 3,75 euro dedicato alla “Venere di Willendorf”, statuetta risalente al Paleolitico e ritrovata un secolo fa; la carta valore si distingue per la tecnica lenticolare, che dà un effetto tridimensionale. Effetto ben diverso da quello riscontrabile con il precedente esemplare per il calciatore Andreas Herzog: in questo caso, che pure impiega il medesimo sistema, la sovrapposizione di immagini crea l’impressione di un piccolo film.