Sarà visitabile fino al 9 gennaio la mostra “Dalla corte del re Nicola a Vittorio Emanuele III. Itinerario del pittore che sposò il Montenegro all’Italia alla fine dell’800: Pero Pocek”.
Tra gli oggetti proposti figurano pure alcuni quadri che i collezionisti conoscono, perché utilizzati nella serie “Il serto della montagna”, distribuita nel Montenegro occupato dall’Italia. Come “Il giuramento di fedeltà dei capi montenegrini nella cappella del monastero storico di Cettigne”, che campeggia nell’1,25 lire.
L’intera serie, uscita nel 1943, è dedicata alle opere del principe-vescovo, nonché maggiore poeta nazionale, Pietro II Petrovic Njegos; è illustrata con i dipinti di Pero Pocek, secondo i critici il primo artista del Paese balcanico collocato nel modernismo. Le cartevalori, al retro, offrono poi citazioni tratte dagli scritti di Pietro II.
Un’emissione sorprendente, come rivela lo storico Antoine Sidoti -intervenuto all’inaugurazione dell’allestimento- in “Le Monténégro et l’Italie durant la Seconde guerre mondiale” (Cnrs éditions, Parigi, 2003). Gli invasori realizzano francobolli che inneggiano all’indipendenza, anche se fanno riferimento alle lotte centenarie sostenute contro gli ottomani e se la stessa regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, era montenegrina. Antoine Sidoti ne parla in un altro saggio, contenuto nel catalogo dell’iniziativa.
L’esposizione propone una trentina di dipinti provenienti dal Museo nazionale del Montenegro e da collezioni private italiane; è allestita a Firenze presso palazzo Panciatichi (via Cavour 2, orari 15-18 nei giorni feriali e 9-12 il sabato; ingresso libero). È organizzata dal Consiglio regionale della Toscana in collaborazione con il ministero della Cultura della Repubblica del Montenegro.