Una cartolina con tanto di affrancatura simbolica per caratterizzare il romanzo “Luce degli occhi miei” dovuto all’autore di commedie, saggi e romanzi, nonché giornalista, Franco Scaglia e edito da Piemme (416 pagine, 18,50 euro).
Cartolina d’epoca, che richiama il tempo nel quale la vicenda è ambientata. All’inizio del Novecento Maria, figlia d’arte, ha tredici anni e un sogno: calcare il palcoscenico cantando la sua opera preferita, “La sonnambula” di Vincenzo Bellini. Fuori, il mondo dorato della “Belle époque” è al massimo del suo splendore, ma è ancora molto lontano dalla vita della ragazza, nonostante la madre, Giuseppina Falconis, sia una grande cantante lirica e il padre Angelo Masini -che non l’ha mai riconosciuta- un noto tenore. Per ora, i giorni di Maria in un collegio della Toscana sono solo passeggiate nei boschi, giochi con le compagne, sogni ad occhi aperti, musica e perdite. Della nonna, che l’aveva cresciuta in una villa di campagna tra lezioni di canto e di piano, dell’insegnante Veronica e infine della madre. Da qui un’estate passata a Capri da Donna Emilia, appartenente alla nobiltà napoletana. Mesi in cui Maria riesce a dedicarsi alla musica e all’interpretazione, ma è inquieta: sta per scoprire la verità sulla sua vita. Una verità che la condurrà su un nuovo cammino e ad essere ricordata come una delle stelle del teatro dell’opera.