Nato il 31 dicembre 1921, “collezionista dagli anni Settanta, contagiato dalla passione che voleva instillare nella figlia, si è dedicato soprattutto ai francobolli e alle vicende dei Comitati di liberazione nazionale, grazie anche alla sua attività, ventenne, di combattente partigiano per la Patria. Co-fondatore nel 1976 e presidente per un trentennio del Centro italiano filatelia della resistenza -di cui è ora presidente onorario- è stato un attivissimo organizzatore filatelico, nonché espositore. Con le sue varie collezioni ha partecipato sinora a 322 mostre, 98 delle quali organizzate da lui direttamente, in ogni dove d’Italia”.
È quanto recita parte della motivazione sottoscritta dalla Federazione fra le società filateliche italiane e riguardante Egidio Errani. Ricorda ad esempio che è stato attivissimo come scrittore, pubblicando fra l’altro numerosi articoli sulla Guerra civile spagnola e sulla Guerra di liberazione. Il chi ed il perché sono stati rivelati questa sera nel contesto della cena organizzata dalla stessa Fsfi in occasione di “Milanofil”. Il suo nome sarà inserito nell’Albo d’oro della filatelia italiana il 2 maggio, durante la manifestazione di Cesena, “Cefilnum 2015”.
Iscritti poco fa, invece, due sodalizi e tre presidenti, i primi nell’Albo d’oro delle società federate e gli altri in quello d’onore dei presidenti. Sono: Collezionisti italiani di francobolli ordinari ed Associazione filatelica numismatica bolognese; Alberto Caranza (Circolo filatelico “Baia delle Favole” di Sestri Levante, Genova), Ercolano Gandini (Centro studi internazionale di storia postale) e Giovanni Licata (Associazione filatelica e numismatica “Antonino Garofalo” di Cagliari). Già si sa che fra tre settimane, all’appuntamento romagnolo, verrà riconosciuto anche il ruolo di Edmondo Magnani (Circolo culturale filatelico numismatico “Ennio Giunchi” di Cesena).
Tra gli ospiti, il responsabile per la filatelia di Poste italiane, Pietro La Bruna; nel suo intervento ha detto anche “che da soli non possiamo andare molto avanti, ma insieme possiamo farlo”. Un invito, dunque a confrontarsi ed a coordinarsi.