Nessun riferimento all’attualità e alla difficile situazione che il Paese balcanico sta vivendo. Perché i falsi di cui si occupa Bill Ure sono decisamente classici. Risalgono al XIX secolo e riguardano sia le due versioni con la testa grande e piccola di Mercurio, sia i segnatasse, la serie per le Olimpiadi del 1896 e le prove con re Giorgio. Falsi per risparmiare il costo della spedizione, ma soprattutto per ingannare i collezionisti, nel momento in cui il mercato non riusciva a soddisfare tutte le richieste.
È “Forgeries of greek stamps of the 19th century”, organizzato in 146 pagine di grande formato, a colori e con testi in inglese (55,00 euro).
Nel saggio l’autore riprende, dandogli una veste unica e implementandoli, suoi articoli pubblicati anni fa nel bollettino della Hellenic philatelic society of Great Britain. Fornendo una analisi specialistica che non solo punta a distinguere il vero dal falso ma addirittura il falso di un tipo dal falso di un altro, per i quali… brillano i richiami ad Alisaffi, de Sperati, Fournier, Imperato, Oneglia.