Otto testimonianze finaliste, di cui due in gara con epistolari (le altre sono quattro memorie e due autobiografie). Si avvia agli atti conclusivi il “Premio Pieve Saverio Tutino”, al solito organizzato a Pieve Santo Stefano (Arezzo) dalla Fondazione archivio diaristico nazionale e questa volta in svolgimento dal 14 al 17 settembre.
Combinazione vuole che entrambe le storie postali vedano al centro due giovani uomini rifugiatisi in Francia, uno per sfuggire alla dittatura fascista, l’altro per un insuccesso scolastico. Le vicende, però, mettono in luce due differenti facce del Paese d’oltralpe.
Un contributo (“Mario il fuoriuscito”, sviluppato tra il 1937 ed il 1942) riguarda Mario Ponzi, nato nel 1912 da una lavandaia. Sin da ragazzo sposa la lotta proletaria; finisce sotto il torchio del Tribunale speciale e nel 1930 viene incarcerato. Sei anni dopo evade e lascia l’Italia, valica il confine, seguendo una rotta molto battuta da chi espatria portandosi dietro l’etichetta sprezzante di “fuoriuscito”. Qui muore nel 1942, a causa delle privazioni e di una salute precaria.
Il secondo (“Ridotta Isabelle”, risalente al 1952-1954) indica quale protagonista Antonio Cocco, nato a Padova nel 1933 e vissuto a Venezia. Nella primavera del 1952, per un’interrogazione andata male e il rischio di una bocciatura, scappa di casa e finisce per arruolarsi nella Legione straniera. Scelta di cui si pente subito, ma dalla quale non riesce a salvarsi. Il contratto sottoscritto con il Governo francese, che combatte in Indocina, lo priva per sempre della libertà personale e lo porta, nel giro di due anni, a compiere un feroce addestramento in Algeria. E nel 1954 a morire a Diên Biên Phu, durante la battaglia finale contro il Việt minh.
Il nome del vincitore sarà rivelato alle 16.30 di domenica 17 settembre in piazza Pellegrini. Nel contesto delle dense iniziative, al cronista Riccardo Iacona verrà consegnato il “Premio città del diario” per il lavoro sulla memoria ed a Giulio Regeni il “Premio Tutino giornalista”.