“Una giornata di studio molto stimolante”; ha messo in evidenza alcuni temi particolarmente sentiti e da cui sono scaturite novità non insignificanti, “che potranno stimolare ulteriori sforzi futuri per una migliore conoscenza delle comunicazioni postali del passato”. Così si esprimono dall’Associazione per lo studio della storia postale dopo il sedicesimo incontro, svoltosi il giorno 16 a Padova e dedicato ai “Grandi percorsi postali”. L'organizzazione del corriere di Roma è stato il tema scelto dallo studioso belga Michael Amplatz. Era l’itinerario che il vettore francese effettuava da Parigi a Roma via di Lione, con una diramazione molto importante verso Venezia. Transitava dal Moncenisio ma spesso, a causa di eventi bellici, doveva seguire vie alternative, come quella di Aix e Marsiglia, parte terrestre e parte marittima, per evitare i campi di battaglia e giungere a destinazione senza troppi pericoli. Bruno Crevato Selvaggi, che sta conducendo ricerche anche in archivi stranieri, si è occupato delle reti epistolari veneziane nel Levante. Un particolare riguardo è stato dedicato all’inoltro delle lettere nel Quattro-Cinquecento, soprattutto tramite le navi, che dai porti orientali e levantini trasportavano le merci verso la città lagunare. Sono stati delineati i rapporti del bailo e dei consoli veneziani con i corrieri interni, rappresentati da persone abituate ai territori ed ai climi desertici ottomani, quali i “mocari”, che operavano nel deserto siriano, tra Aleppo, Damasco, Beirut e Tripoli. Un contributo considerato notevole è stato portato da Massimiliano Pezzi, dell’Università di Bari, che pure sta seguendo le comunicazioni postali col Levante nel Settecento, operando presso gli archivi di Napoli, Spagna, Ragusa ed altri. Gli avvenimenti, bellici compresi, che hanno portato alla costituzione di nuove strade postali veneziane, spagnole, napoletane, francesi in sostituzione della Posta austriaca bloccata dalla guerra austro-russa-ottomana “sono testimoni dell’impegno profuso dagli ambasciatori per riuscire ad «inventarsi» itinerari possibili, non pericolosi e veloci, nel meandro delle vie balcaniche non certo favorevoli”. Dal canto suo, Adriano Cattani ha commentato alcune lettere levantine, che costituiscono un significativo esempio degli itinerari descritti dai relatori Crevato-Selvaggi e Pezzi, “a dimostrazione del perfetto connubio tra i documenti d’archivio, che offrono gli elementi per la migliore conoscenza degli avvenimenti, e le lettere, altrettanto necessari documenti complementari che offrono la più chiara conferma della documentazione”. Parte delle relazioni sarà pubblicata nei prossimi numeri del periodico interno al sodalizio, il “Bollettino prefilatelico e storico postale”.
Il Levante esaminato a Padova
19 Mar 2013 09:49 - APPOINTMENTS
Il bilancio del sedicesimo incontro firmato sabato dall’Associazione per lo studio della storia postale