La via Nikola Tesla, un’immagine fotografica in bianco e nero di distruzione. Con, in fucsia, l’abbagliante richiamo geografico.
Affidandosi ad un francobollo da 3,10 kune uscito in fogli da venticinque cartevalori e cinque etichette tre giorni fa, la Croazia ricorda i vent’anni trascorsi dal martirio di Vukovar. Il centro portuale sul Danubio al confine con l’attuale Serbia, tra l’agosto ed il 18 novembre 1991, giorno della sua capitolazione, subì l’attacco di quello che avrebbe dovuto essere l’Esercito jugoslavo ma che, nel contesto del conflitto civile, ormai era controllato direttamente da Belgrado. Pesantemente bombardata, la cittadina fu conquistata e i presenti, civili compresi, sottoposti a crimini di guerra, in parte perpetrati dalle milizie paramilitari, o deportati. Ancora oggi il numero esatto delle persone scomparse è ignoto. Solo alla fine del 1995 gli attaccanti si ritirarono, lasciando il campo ad una forza internazionale; la zona tornò in dirette mani croate tre anni dopo.
Il dramma è stato ricordato, fra l’altro, in due esemplari di beneficenza da 2,20 dinari e 0,65 kune, varati da Zagabria l’1 gennaio 1992 e il 16 agosto 1996, cui si aggiungono i commemorativi da 6,50 dell’8 giugno 1997 e da 2,80 del 21 giugno 2001, quest’ultimo ispirato al taglio ordinario da 7,00 dinari dell’8 aprile 1992 e riproposto con dentellatura di sicurezza il 12 giugno 2006.