“È stato uno dei musicisti più importanti attivi nella seconda metà del XVI secolo: le composizioni giunte sino a noi testimoniano la qualità, la quantità e la diversità della sua produzione musicale, paragonabile, in quei decenni, a pochi altri artisti”. Così viene introdotto il personaggio cui è stato intitolato il libro “Andrea Gabrieli. Cessate cantus. Lettere 1557-1585”.
Libro dal significativo contenuto postale. Propone un manoscritto che -ipotizzano gli esperti- si direbbe preparato e pronto per la stampa: contiene settantacinque missive del protagonista, quasi sempre datate (dal 21 marzo 1557 al 7 luglio 1585) e disposte in ordine cronologico. Gli intestatari sono cinquantotto, tutti identificabili ad eccezione di due. L’insieme offre un’incursione nella Venezia del Cinquecento: rimedi contro la calvizie, dottrine eretiche, lodi dell’asino, cronache della peste, considerazioni di prassi esecutiva, teorie di mnemotecnica, oltre a momenti di più intima natura dedicati ad una misteriosa amante. Argomenti diversi, presentati con l’unico scopo di stuzzicare la curiosità dell’interlocutore. Sapendo che il presunto mittente è un virtuoso della contraffazione: gran parte del materiale è frutto di riscrittura, tecnica ad alto contenuto di sagacia.
Ad ogni modo, costituisce un reperto dalla particolare importanza, visto che sino ad oggi non si aveva nozione di documenti a lui ascrivibili: non si sono conservati atto di nascita, informazioni su famiglia e giovinezza, prove dei lavori, carteggi, né si conosce il luogo di sepoltura.
A riscoprire il personaggio è stato Giuseppe Clericetti, che ha curato l’opera: individua le fonti utilizzate e dunque contestualizza le epistole. Il libro, edito da Zecchini, conta 208 pagine ed un cd con la registrazione inedita di quattordici composizioni tastieristiche, queste sue, interpretate da Maurizio Croci. È venduto a 20,00 euro.
Pochi giorni fa ha vinto il Premio letterario “Venezia al graspo de ua”. Le testimonianze -decreta la motivazione- “si possono leggere come capitoli di un vasto testo d’invenzione”. “Sono lettere ironiche, frizzanti e... incredibili a causa del dubbio che siano plagio di altri autori del tempo o «riscrittura» dei medesimi. Ogni lettera è di per sé narrazione di rara freschezza espressiva”.