Mentre i dipendenti si confrontano con il pubblico e la paura da coronavirus, a Roma il consiglio di amministrazione di Poste italiane ha approvato il bilancio relativo al 2019. Registrando un utile netto raddoppiato se lo si paragona al 2016.
Tra i dati rilevati, l’aumento nei ricavi (ora pari a 11.038 milioni di euro, +1,6% rispetto al 2018) e la riduzione nei costi operativi (9.264 milioni, -1,1%), su cui ha inciso “l’accelerazione delle uscite volontarie”. In aumento gli altri oneri operativi a supporto diretto della crescita, in linea con il piano strategico “Deliver 2022”. E in aumento il risultato operativo (1.774 milioni, +18,4%), il dividendo per azione (0,463 euro, +5%, che dovrà essere approvato dall’assemblea del 16 aprile) e le masse gestite (536 miliardi, +22 miliardi a partire dal dicembre 2018). Registrata inoltre un’accelerazione nella spesa per gli investimenti di gruppo (734 milioni, +36,3% se si considera lo stesso periodo dell’anno precedente).
Quanto ai servizi, in quelli postali la lievitazione dei ricavi garantita dai pacchi continua a compensare il declino della corrispondenza. Per pagamenti, mobile e digitale l’azienda risulta ancora preminente nel mercato delle transazioni elettroniche; i ricavi progrediscono, con una crescita definita robusta per il comparto delle telecomunicazioni e dei saldi con la carta. Le prestazioni finanziarie protocollano un miglioramento nella redditività sottostante e un continuo incremento nei ricavi ricorrenti da distribuzione (risparmio gestito, prestiti personali e mutui ipotecari). Infine, ecco i supporti assicurativi: si primeggia nel ramo vita appuntando poi lo sviluppo in tutte le linee dei prodotti danni.
“Grazie alla trasformazione industriale, portata avanti negli ultimi anni, Poste italiane è un’azienda solida e grazie a un modello di business diversificato è ben posizionata per affrontare scenari di stress”, commenta l’amministratore delegato, Matteo Del Fante. Riferendosi al morbo etichettato sars-cov-2.
Testo aggiornato al 7 marzo 2020.